Ha vinto il Sì. Viva il No!

La vittoria del Sì nel referendum è stata netta, anche se il No ha dimostrato di non essere marginale nel Paese. Che fare ora, nel nuovo assetto istituzionale caratterizzato da una virata maggioritaria? Ragionare su nuove strade. Con due obiettivi prioritari: riunificare il campo che si è diviso nel referendum e aggiornare il modo di fare politica.

Referendum: la cecità del SÌ

Aldilà di (presunte) utilità contingenti, la riduzione dei parlamentari è figlia della logica che vede nella rappresentanza un problema e che vuole aumentare il peso e il potere dell’esecutivo. Ma le cure sbagliate possono uccidere. E gli intellettuali che non lo capiscono assomigliano ai ciechi che pretendono di guidare altri ciechi.

Referendum. L’assordante congiura del silenzio

Perché ridurre il numero dei parlamentari? Non per risparmiare, ché il corrispettivo è pari, per ciascuno di noi, a un cappuccino all’anno. E neppure per ridare centralità al Parlamento, la cui crisi di credibilità si può risolvere solo con il potenziamento e non con la riduzione della rappresentanza. E allora?