Emiri, nucleare e Istituto Luce

La COP28 sui cambiamenti climatici è ormai diventata una tragedia buffa in cui si alternano emiri che proclamano la necessità del petrolio pena, altrimenti, il ritorno all’epoca delle caverne e governi che decantano le magnifiche sorti progressive del nucleare, in un contesto propagandistico da Istituto Luce. Si tratta in realtà di un gioco delle parti: l’importante è non mettere in discussione il potere e la ricchezza dei paesi ricchi.

Giorgia Meloni, Lilli Gruber e la cultura patriarcale

A Lilli Gruber che le contesta una cultura patriarcale, Giorgia Meloni risponde con una foto di famiglia tutta al femminile. Ma la foto che si richiede a un presidente del Consiglio (come Meloni ama definirsi) è quella della famiglia politica, non di quella biologica. E quella foto rivela in modo univoco un doppio disprezzo: per l’emancipazione e la libertà delle donne e per la pace (e i pacifisti), due facce della stessa medaglia.

Il Governo della paura e l’alibi dell’insicurezza

Non ci sono solo premierato assoluto, deportazioni di migranti e precettazioni. C’è, a fianco, un nuovo disegno di legge che prevede la criminalizzazione della marginalità sociale, l’incremento della repressione del dissenso e del conflitto, il potenziamento e la blindatura del carcere e l’aumento dei poteri delle polizie. Non per dare più sicurezza ai cittadini ma per aprire la strada a una svolta autoritaria.

La guerra e il realismo dei pacifisti

Prendere posizione contro tutte le guerre non è tirarsi fuori dalla contesa. È prendere realisticamente atto che mai una guerra ha definitivamente e stabilmente risolto una controversia. È prendere realisticamente coscienza che una guerra alimenta sempre altre guerre. È denunciare realisticamente e per l’ennesima volta che le vittime di guerra sono per il 90 per cento vittime civili e una su tre è un bambino. È non arrendersi all’idea che non ci siano alternative.

L’orrore dell’antisemitismo e la strumentalizzazione della Shoà

L’antisemitismo è la pseudo ideologia più criminale, più feroce e più esiziale della storia dell’umanità. Con esso non ha niente a che vedere la critica e la denuncia della politica dei governi di Israele, la contestazione delle loro leggi liberticide, della colonizzazione delle terre, della distruzione delle case, dell’apartheid. Sovrapporre i piani, strumentalizzando la Shoà, è osceno, ignobile, vergognoso.

Arridateci la Fornero!

C’era una volta la riforma delle pensioni, con lacrime, di Elsa Fornero. Oggi, nel paese occidentale in cui si muore di più sul lavoro, l’asticella continua a salire: quota 100, poi 101, poi 102, 103 e ora con il Governo Meloni addirittura quota 104, che vuol dire 63 anni d’età e 41 di contributi. Questa volta senza le lacrime, perché Giorgia Meloni e i suoi ministri sono molto più bravi a far piangere i poveri cristi che a versare lacrime in proprio.

Gaza e il giornalismo che non c’è

Gaza muore sotto i bombardamenti e per mancanza di acqua, cibo, medicinali. In un audio messaggio una operatrice denuncia: «Qui di giornalisti non ce ne sono. Nessuno chiede di entrare nella striscia di Gaza. C’è chi è sempre stato molto attento ai bombardamenti russi sugli ucraini, farebbe tanto piacere vederlo qui, dove, nel silenzio del mondo, si sta consumando una catastrofe». La guerra si fa in molti modi: anche con assenze, silenzi e omissioni.

Palestina: il sonno del diritto genera mostri

Il diritto internazionale non basta a risolvere le controversie tra i popoli. Ma la sua violazione le alimenta e le aggrava. Da decenni Israele, con la copertura della Comunità internazionale, ignora le risoluzioni dell’Onu che le impongono il ritiro dai territori palestinesi occupati. Ciò ha generato una spirale di violenza efferata e distruttiva da entrambe le parti e si è ritorto contro lo stesso Israele.

Toghe rosse e calzini azzurri

Una giudice, a Catania, assume una decisione sgradita al Governo. La presidente del Consiglio e il ministro Salvini insorgono e la attaccano violentemente sul piano personale. Spunta anche un video che la ritrae in una manifestazione risalente a cinque anni prima. La finalità è chiara: delegittimare la giudice per condizionare i suoi colleghi e creare un clima di consenso a una modifica dello status dei magistrati che ne limiti l’indipendenza.

Chi vuole colonizzare anche le mummie del Museo Egizio?

Neppure le mummie del Museo Egizio di Torino sembrano al sicuro dalla vittoria di questa estrema destra di matrice fascista, che si salda con la precedente vittoria di una destra economica che ha smontato lo Stato stesso, imponendo il pensiero unico della privatizzazione. Si legge tutto questo, a ben guardare, nella violenta campagna contro il direttore dell’Egizio Christian Greco.