CGIL

Quei 30 che hanno salvato l’anima alla CGIL

Ci voleva Maurizio Landini per tirar fuori Giorgia Meloni dal buco nero in cui era finita. Dopo una settimana disastrosa per il suo governo, l’invito al Congresso CGIL le ha offerto la pedana perfetta per tentare il rimbalzo. Un errore grave da parte di chi ci si aspetterebbe al primo posto nell’opposizione al peggior governo della storia repubblicana.

Mostruoso

Il mostruoso tra noi

Il mostruoso è tra noi, e si traveste da normalità. Se l’”inumano” consiste nella pratica di considerare gli uomini come “cose” spogliandoli della loro dignità di esseri simili a noi per trattarli come oggetti di cui disporre, il governo Meloni, dopo la tragedia di Cutro, ne ha mostrato un repertorio impressionante. Sullo sfondo emergono le tracce di quell’ Ur-fascismo di cui parlò Umberto Eco.

Come ci hanno defraudato dell’avvenire

Nel 1989 il treno della Storia era stato messo su un binario che correva verso un avvenire luminoso. Ma quell’avvenire è tramontato nell’arco di una generazione. Non per il naturale svolgimento delle vicende umane, bensì per scelte degli architetti dell’ordine mondiale che ci hanno derubato del futuro e ci hanno fatto precipitare in questa condizione di guerra, dalla quale non riusciamo a uscire.

Sanzionare l’antifascismo?

Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara non è nuovo a infortuni ed esternazioni indecenti. Ma questa volta ha superato ogni limite. Indifferente di fronte al pestaggio squadrista degli studenti del Liceo Michelangiolo di Firenze ha riservato tutto il suo sdegno e minacciato sanzioni nei confronti di una preside che ha messo in guardia i suoi studenti contro il riemergere del fascismo.

Elezioni e dintorni: uno scenario post-apocalittico

Lo scenario è post-apocalittico. Abitato, ma dai morti. Che raccontano di essere vivi, brindando a una minima variazione elettorale. I vivi sono nascosti, attendono. Che nel deserto spunti un segno, un fiore, una goccia d’acqua, un po’ di vento. Per uscire dai loro rifugi e respirare il profumo di quella grande utopia che è stata la democrazia liberale. Un posto che sapeva di vita, non di morte.

Libertà è stare zitti e zitte?

Non c’è democrazia senza conflitto. Di più, sono i conflitti che assicurano alla democrazia vitalità e legame con la materialità della storia. Questa prospettiva è recepita nella declinazione dei diritti e delle libertà costituzionali. Ma oggi viviamo una deriva autoritaria e la Costituzione è accantonata come anacronistica. Bisogna ribaltare la prospettiva e tornare al conflitto e alla Costituzione.

Se cento giorni vi sembran pochi

Alfredo Cospito ha superato i 100 giorni di sciopero della fame contro il regime del 41 bis: ha perso 42 kg, è fortemente debilitato, si muove su una sedia a rotelle e non è dato sapere fino a quando il suo fisico reggerà. Spetta al ministro della giustizia decidere se lasciarlo morire o revocare, anche solo in via interlocutoria, il regime cui è sottoposto. Ma il ministro, garantista “double face”, tace e si defila.

Guerra: non c’è tregua né umanità

Durante la prima guerra mondiale, la notte di Natale del 1914, soldati britannici, tedeschi e francesi uscirono dalle trincee, imposero una tregua di fatto e fraternizzarono con il nemico. Fu un lume della ragione che rimane ancora acceso, passando di generazione in generazione, contro l’oscurantismo della guerra. Ma i governanti di oggi, come quelli di allora, non vogliono coglierlo. La guerra deve continuare, comunque!

L’anno che finisce e quello che verrà

Sta per andarsene un anno orribile. Come pochi altri nella vita della mia generazione, con il succedersi di guerre, disastri ambientali, aumento delle diseguaglianze, violazione dei diritti umani, indebolimento della democrazia. Che fare dunque? Tenere la barra dritta, non accettare aggiustamenti e compromessi al ribasso e continuare, nonostante tutto, a volere la luna.