La biblioteca dell’ambientalista

La biblioteca di riferimento per un buon ambientalista è ricca e composita, a partire dall’antichità. Ma è con il secolo scorso che si arricchisce di una serie di testi imprescindibili per la costruzione di un progetto basato su solide radici, che consenta di affrontare un futuro denso di incognite determinate dai ritardi nel cogliere la necessità di tornare a vivere in armonia con l’ambiente naturale di cui siamo parte.

Come inquinare l’atmosfera e restare impuniti

L’Italia è il Paese europeo con il maggior numero di vittime dell’inquinamento atmosferico e la Pianura padana è l’area più disastrata. Tale inquinamento, prevedibile e previsto, può essere contenuto con opportuni provvedimenti delle istituzioni. Ma questi vengono continuamente differiti e il Parlamento contesta il potere della magistratura di procedere per omissione contro gli amministratori inadempienti.

Si scrive nucleare, si legge profitto

Il nucleare pulito non esiste, non è dietro l’angolo e non è più economico di altre fonti di energia. Ma, come tutte le grandi opere, promette rilevantissimi profitti privati pagati dalle casse dello Stato. Dunque, perché cercare altre strade, turbando il sacro mercato? Ci sono rischi per le generazioni future? Forse, ma «perché dovrei preoccuparmi dei posteri? Cos’hanno mai fatto i posteri per me?».

Quale futuro per i parchi e le aree protette?

La recente conclusione, alla Reggia di Venaria, delle manifestazioni per il centenario dei primi parchi nazionali d’Italia, quelli del Gran Paradiso e d’Abruzzo (oggi Abruzzo Lazio e Molise), lascia intatte le preoccupazioni del mondo ambientalista per il futuro dei parchi e delle aree protette del Paese, fondamentale elemento di salvaguardia della biodiversità.

Lo sci purchessia e nonostante tutto

A Cervinia sta per iniziare la stagione sciistica più lunga di sempre: ben undici mesi. Ovviamente con l’ausilio della neve “programmata”. Il progetto sembra folle dati i tempi e il tempo atmosferico, ma gli studi dicono che, nonostante tutto, sopra i 1800 metri si potrà sciare ancora per qualche anno. E, dunque, basta spremere la natura e le risorse fin che ce n’è…

Transizione ecologica: c’eravamo tanto sbagliati

Ci avevano detto che imprese e finanza si sarebbero fatte carico della salvezza del pianeta dal collasso climatico. E invece no. Contrordine: hanno rifatto i conti e ora ci dicono che la decarbonizzazione costa troppo e non si può fare. Dunque è chiaro: la transizione ecologia non sarà un regalo del capitalismo illuminato di verde, ma un percorso di trasformazione profonda dei modi di produzione e di consumo.

La strage del Vajont e il suo seguito: una storia italiana

Valle del Vajont, 9 ottobre 1963: 1.910 morti, di cui 487 bambini sotto i 15 anni. Non una disgrazia né un errore, ma una strage: prevedibile (come accertato anche nel conseguente processo penale) e determinata da avidità e sete di profitto. E il seguito fu quasi peggio: umiliazioni dei superstiti, sperperi e ancora profitti per i soliti noti. Per questo, anche se sono ormai trascorsi 60 anni, bisogna continuare a ricordare.