A cosa serve la cultura?

La cultura è fondamentale, soprattutto nei momenti di crisi. Ci serve, anzitutto, ad acquisire e salvaguardare uno spirito critico e, poi, a regalarci le parole il cui uso appropriato è direttamente proporzionale al grado di sviluppo della democrazia e dell’uguaglianza delle possibilità. Poche parole e poche idee, poche possibilità e poca democrazia; più sono le parole che si conoscono, più ricca è la vita democratica.

Una mostra sulla violenza atmosferica nei cieli del Libano

Un’installazione dell’artista giordano Lawrence Abu Hamdan alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino documenta il rumore costantemente presente nei cieli del Libano per voli di aerei militari israeliani. È un’occasione di arte contemporanea e al contempo di giornalismo civile partecipato, che rende evidente il concetto di “violenza atmosferica” in cui l’utilizzo del rumore diviene strumento di oppressione.

L’orologio della guerra e le luci della pace

La guerra in Ucraina prosegue senza che se ne veda la fine per responsabilità molteplici. Il costituzionalista Antonio Cantaro le ripercorre in un recente libro (“L’orologio della guerra, chi ha spento le luci della pace”) che ha il pregio di guardare anche al dopo con l’auspicio, tratto da “La pace perpetua” di Immanuel Kant che, nel mondo, un assetto multipolare sostituisca le vocazioni a una “monarchia universale”.

Oggi al cinema: Francia-Italia 2 a 0

Dopo i fasti di Germi, Monicelli e Risi, la commedia all’italiana langue mentre quella francese sembra inesauribile. Forse perché quest’ultima è colta e fuori del tempo mentre la nostra metteva in campo soprattutto soggetti tratti dalla concretezza dell’esperienza. Se è così, sarebbe bene interrogarci sulla situazione dell’Italia di oggi. Magari farebbe bene anche al nostro cinema.

La magistratura dopo il fascismo: storia di una transizione tradita

Nella transizione dal fascismo alla Repubblica si pose, ovviamente, il problema di un radicale ricambio del personale che aveva agito sotto la vecchia amministrazione. Fu, anche per la magistratura, un’occasione pressoché totalmente mancata. Lo documenta in maniera analitica un recente lavoro (“L’epurazione mancata. La magistratura tra fascismo e Repubblica”) curato da Antonella Meniconi e Guido Neppi Modona.

Il fondamento della violenza nazista

«Che razza di esseri umani sono, che razza di mostri quelli che non sono mai sazi di uccidere, per i quali ogni miseria che riversavano sugli ebrei altro non era che uno stimolo a spingerli in una miseria ancora più profonda e più spietata?». La domanda di Thomas Mann rimanda al fenomeno dell’autoalimentazione della violenza che è stata il connotato più profondo dell’irrazionalismo nazista.

Pacifismo radicale. Non c’è giustizia senza pace

La pace non è possibile conseguirla alimentando la guerra o richiedendo come sua condizione preliminare la giustizia. Il discorso va capovolto: non è possibile la giustizia, senza che vi sia la pace. È quest’ultima ad essere la precondizione affinché si possano risolvere le questioni con giustizia, che è sempre il frutto di un compromesso. Per questo non c’è alternativa a un radicale, e insieme pragmatico, pacifismo.

Ernesto Ferrero o della felicità dei libri

Ernesto Ferrero, oltre che scrittore in proprio è uno dei grandi dell’editoria italiana. Ora da Einaudi è uscito un suo nuovo libro, Album di famiglia, 45 profili di scrittori, agenti letterari, editori e critici ritratti da vicino, con lucido affetto e acuta penetrazione. Ma anche il racconto di tutto ciò che sta dietro un libro, nella fatica quotidiana di “produrlo”.