Il mondo vero e quello virtuale

Il mondo di riferimento per le ultime generazioni è quello virtuale, cioè quello del Web. Ma non per scelta, bensì perché il mondo reale non garantisce loro una vita vera, reale, libera e dignitosa. È, dunque, inutile costruire ideologie della post-modernità. Serve, piuttosto, lavorare nel profondo per recuperare le valenze positive del nostro mondo, le sue possibilità di emancipazione, le sue aperture di libertà.

La guerra, la barbarie, le parole

L’orrore e la barbarie ci impongono di rinunciare anche alle parole. Resta la necessità di dire che la guerra è l’effetto più tragico della disuguaglianza, del fatto che il nostro mondo opulento vive e prospera grazie alla disuguaglianza planetaria, una disuguaglianza che sta crescendo in questi anni e che mina alla base quell’idea di cui il nostro Occidente va fiero, pur calpestandola a ogni pie’ sospinto: l’idea di democrazia.

Smarrita o integrata, la scuola e lo smartphone

Nella continua trasformazione che investe la scuola ci stanno anche gli smartphone. Con la loro presenza e pervasività hanno sommerso l’intera realtà della didattica, a cominciare dalla struttura dei libri di testo. Ma il cambiamento è più profondo. Per questo occorre un nuovo modo di fare scuola, che garantisca ai ragazzi di passare assieme del tempo, senza improvvise paure per il timore di disconnessione dalla rete.

Legge per la non autosufficienza: così non va bene

La legge n. 33/2023 sulla non autosufficienza (o, meglio, in favore delle persone anziane) attende, entro il gennaio 2024, i decreti delegati sui punti fondamentali (dall’assistenza sociale, sanitaria e sociosanitaria e relative risorse alle politiche di promozione dell’inclusione sociale e di prevenzione della fragilità). Le carenze che l’accompagnano fanno temere che si tratti dell’ennesima occasione mancata.

I soliti noti, ovvero l’eterna casta dello sport

L’esistenza di vere e proprie caste alla guida dello sport è un vizio radicato del nostro Paese. Il fermo immagine su chi governa le federazioni restituisce la fotografia sbiadita di una sinecura professionistica che garantisce introiti non trascurabili ma non altrettanti successi: basti pensare a Gianni Petrucci nel basket o a Gabriele Gravina nel calcio.

C’è un giudice a Reggio Calabria

C’è un giudice a Reggio Calabria. La Corte d’appello reggina ha assolto Mimmo Lucano da tutte le accuse, salvo un “peccato veniale” sanzionato con una pena condizionalmente sospesa. La serie impressionante di delitti (a cominciare dall’associazione a delinquere) per i quali Lucano era stato condannato dal Tribunale di Locri a 13 anni e 2 mesi di reclusione (e i suoi coimputati a pene elevatissime) semplicemente non esiste.

Giudici, fascisti, cerchiobottisti

La canea politica e mediatica intorno alla vicenda della giudice catanese Iolanda Apostolico continua. E la maggioranza di governo alza il tiro spingendosi a chiederne le dimissioni o l’allontanamento. La motivazione è che la partecipazione a manifestazioni incrina la terzietà del giudice. Affermazione priva di qualsivoglia fondamento ma diventata ormai un (non disinteressato) luogo comune, anche a sinistra.

Ciao Gianni

Gianni Vattimo era un uomo e un intellettuale giusto. Si schierò con il movimento No Tav e subì, per questo, la macchina del fango. Che fronteggiò con pacatezza e ironia. Così lo ricorderanno le donne e gli uomini della Val Susa, con quel suo bel volto, la dritta figura e l’umanità che scaturiva dalla ragione e dal cuore e si faceva parola, ricerca coraggiosa, cammino in strade improvvisamente buie, dopo che la luna è tramontata.