Pacifismo e movimenti per la pace al tempo della guerra fredda

Dopo la seconda guerra mondiale la cultura pacifista riprende vigore e se ne ha un’eco nelle costituzioni e nei trattati internazionali. Nei decenni successivi, poi, le speranze si alternano con le delusioni e sono queste ultime a prevalere (dalla guerra fredda fino alle operazioni di polizia internazionale e alle guerre umanitarie). Ma i movimenti per la pace, per i disarmo e contro il nucleare restano vivi e presenti

Scuole e caserme: evitare confusioni

350 studenti si apprestano a “formarsi” nella base militare di Sigonella, il principale hub dell’Aviazione Usa, base logistica in appoggio alla sesta Flotta americana nel Mediterraneo. È l’ennesima stortura dell’alternanza scuola-lavoro. Contro simili assurdità e per proteggere la scuola dalla logica del mercato e delle armi è nato l’“Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole” presentato oggi alla Camera.

Lo sfaldamento del legame sociale

In ogni società c’è un’interconnessione: ciascuna sua parte si “affida” al funzionamento dell’insieme, c’è un fiducia reciproca, senza la quale la vita sociale diventa impossibile. Oggi è proprio questa fiducia che manca nel Paese. E – cosa altrettanto grave – ciò non porta a un conflitto aperto, a una crisi foriera di un riassetto su nuove basi.

Afasia

Afasia

Un senso di vuoto, come se intorno fossero cadute le ultime garitte. Ormai ci mancano le parole. Anche perché le poche che usiamo sembrano non avere un referente concreto nella realtà che ci circonda: sembra che tutto ciò in cui abbiamo creduto, per cui ci siamo a vario titolo impegnati, si sia liquefatto. E non credo sia solo depressione.

Un Paese, due scuole

L’unità del Paese scricchiola pesantemente sotto il peso delle attuali differenziazioni territoriali. A partire dalla scuola, che presenta un enorme livello di disparità. La priorità dell’agenda politica dovrebbe dunque essere il superamento delle diseguaglianze per consentire a tutti i cittadini di avere le stesse opportunità. Ma ciò mal si concilia con la prospettiva dell’autonomia differenziata.

Il grande business degli stadi di Roma e Milano

Il turbo-capitalismo punta su nuovi stadi in cui gli interessi speculativi prevalgono su quelli sportivi. Accade a Roma come a Milano e, nell’establishment sportivo, nessuno sembra preoccuparsi della sorte dei vecchi impianti, spesso ottimi. Il modello della democrazia polisportiva partecipata spagnola è lontano mille miglia e non c’è sentore di referendum per decidere se e cosa costruire.

Giustizia e misericordia: conversazione con Elvio Fassone

La Costituzione, se la si legge con mente sgombra, insegna la strada giusta. Per prima cosa essa afferma che le pene non possono essere contrarie al senso di umanità. Quindi è consapevole che la pena è per sua natura sofferenza, ma necessaria. Ma, poi, va oltre. La pena, per quanto severa, incontra il limite dell’umanità, e questo limite si oppone all’ergastolo ostativo, cioè al “fine pena mai”.

Povertà e repressione: pessimi segnali

All’aumento dei poveri si accompagna non solo il disinteresse della politica ma il sentimento diffuso che la povertà sia una colpa. Con la conseguenza di una progressiva restrizione degli spazi di lotta, di espressione, di dissenso, di immaginazione. L’impressione è quella di avviarci verso uno stato orwelliano, in cui non si curano i mali ma si reprime chi li contesta e si emargina chi li subisce.

Il ministro del merito e la paga degli insegnanti

Ostinati e in direzione contraria, per parafrasare De André, sono oggi gli insegnanti, rimasti una delle poche istituzioni che si assumono la responsabilità di fronteggiare la fragilità dei giovani. Questo è il loro vero compito, uguale ovunque. E per questo non sono il costo della vita o la mancanza di servizi essenziali di un qualsiasi centro urbano a doverli differenziare nella veste retributiva.