Riace accoglie ancora

Mentre i sopravvissuti al terribile naufragio di Cutro sono sistemati nel Cara di Sant’Anna in condizioni di disagio e promiscuità indegni e, a Crotone e Cutro, è in corso il teatrino delle autorità, l’associazione Jimuel si offre per accogliere in cinque case confortevoli allestite a Riace, a titolo gratuito e per almeno un anno, 20 naufraghi privi di riferimenti familiari utili e che versino in condizioni di necessità.

Cutro: una tragedia evitabile e le reticenze del ministro Piantedosi

A Cutro si è consumata l’ennesima tragedia evitabile, con oltre 70 migranti morti a due passi dalla costa. E mentre la presidente del Consiglio e il ministro dell’Interno propongono al Parlamento e al Paese ricostruzioni dell’accaduto reticenti ed elusive, i 98 sopravvissuti vengono alloggiati – ulteriore vergogna – in condizione di degradante promiscuità, con panchine al posto dei letti e sorvegliati dalle forze dell’ordine.

I migranti, la sinistra e il nuovo patto sociale

L’ostilità verso i migranti, abilmente costruita dalla destra come risposta alle difficoltà economiche e sociali, si diffonde anche nelle classi popolari. Per invertire la tendenza non basta snocciolare statistiche e chiedere misure per i meno abbienti. Occorre riappropriarsi di una storia costellata di tragedie e sconfitte, ma anche di lotte, solidarietà, immaginazione e – perché no – perfino vittorie.

Deviazione di soccorso

Ho avuto un incubo. Ero in Sicilia: avevo avuto un malore e l’ambulanza intervenuta sul posto non mi portava nell’ospedale più vicino ma in Calabria; sulla strada ci imbattevamo in un incidente con feriti gravi ma l’ambulanza, anziché soccorrerli, continuava nella sua corsa. Poi mi sono svegliato. Rinfrancato, ho acceso la radio. E ho scoperto che non si tratta di un sogno ma della realtà: per i naufraghi raccolti in mare.

Le ONG e il decreto sicurezza: «Noi continueremo a salvare vite»

Il Governo predispone un nuovo “codice di comportamento” per le navi delle ONG impegnate in salvataggi nel Mediterraneo, tentando, in realtà, di impedirne o limitarne al massimo l’attività sulla falsariga di quanto già previsto dai precedenti ministri dell’interno Minniti e Salvini. La risposta delle ONG è netta e immediata: continueremo a salvare vite e ad applicare il diritto del mare e il diritto internazionale.

Mediterraneo. La “strage dei bambini” tra tribunali e politica

L’11 ottobre 2013 in un naufragio al largo di Lampedusa persero la vita 286 persone di cui 60 bambini. 9 anni dopo il Tribunale di Roma, pur in una sentenza di prescrizione, ha accertato la responsabilità dei funzionari delle sale operative marittime che ignorarono le richieste di aiuto dei migranti in pericolo. Ma i responsabili veri della strage sono le politiche di respingimento e chi le sostiene.

Il fronte del porto e un Governo senza vergogna

Il Governo ostacola le operazioni di salvataggio dei naufraghi raccolti in mare dalle navi di alcune ONG consentendo lo sbarco esclusivamente ai “fragili”. Solo dopo il richiamo dell’UE e una serie di ricorsi ai tribunali fa marcia indietro ricorrendo, per salvare la faccia, a un escamotage. È una scelta miope e illegittima. Un’altra politica è possibile a partire da un’analisi non demagogica dei flussi migratori.

Il Governo ritiri subito i decreti che impediscono lo sbarco dei naufraghi nei nostri porti

I decreti ministeriali che consentono lo sbarco solo ad alcuni dei naufraghi salvati da navi delle ONG e respingono gli altri fuori dalle acque territoriali nazionali sono manifestamente illegittimi. È, dunque, necessario che il Governo li ritiri subito e consenta lo sbarco a tutti i naufraghi costretti a rimanere sulle navi di soccorso.