Rocco Artifoni è presidente nazionale dell’Associazione per la riduzione del debito pubblico (ARDeP), referente per la Lombardia dell’Associazione Art. 53, responsabile comunicazione del Coordinamento provinciale di Bergamo di Libera e del Comitato bergamasco per la difesa della Costituzione.

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Il Governo Meloni e la lievitazione dei decreti legge

L’abuso dei decreti legge è un vizio antico del nostro sistema. Ma il Governo Meloni ha superato ogni limite. Nel suo primo anno di attività i decreti legge sono più del 50% dei provvedimenti normativi. Il Parlamento è totalmente emarginato e nessuna resistenza viene dal Presidente della Repubblica. Ma il Governo propone una modifica costituzionale per rafforzare ulteriormente l’esecutivo.

Meglio Salvini che Norberto Bobbio o Liliana Segre?

Il Governo ha varato il progetto di riforma della Costituzione per dar vita alla terza Repubblica. Vengono, tra l’altro, aboliti i senatori a vita di nomina presidenziale. Invece di Bobbio e di Liliana Segre avremo solo tanti cloni di Salvini. Resta da chiedersi come mai, nominati per nominati (ché tali sono di fatto, e dai partiti, gli attuali senatori), non si sia privilegiato, una volta tanto, il merito.

Salvini, il potere e la libertà d’insulto

Matteo Salvini può insultare impunemente Carola Rakete ma Roberto Saviano non può fare altrettanto nei suoi confronti. Questa la decisione del Senato della Repubblica, dimentico del principio di uguaglianza e del fatto che, come scriveva Sant’Agostino, «se non è rispettata la giustizia, che cosa sono gli Stati se non delle grandi bande di ladri?».

Umanità dispersa: quando la morte non è una livella

Sono disperse nell’Oceano Atlantico cinque persone ricche che erano a bordo di un sommergibile. Sono disperse nel mar Mediterraneo 500 persone povere che erano a bordo di un peschereccio. Dieci navi e diversi robot sottomarini stanno cercando i cinque turisti in fondo all’oceano. Per i 500 poveri si attende che eventualmente il mare restituisca i corpi. Non è vero che la morte è una livella.

Giorgia Meloni, le tasse e il pizzo di Stato

Nel Paese europeo con la più alta evasione fiscale pro-capite la presidente del Consiglio, rivolta ai piccoli commercianti, definisce le tasse “un pizzo”. E lo fa in un comizio elettorale a Catania, città dove il pizzo mafioso è storicamente assai noto. Da Berlusconi a Meloni. Come scriveva Pasolini, «lo stesso cinismo, la medesima indifferenza per l’etica, l’identica allergia alla coerenza, a una tensione morale».

Delega fiscale: la Banca d’Italia bacchetta il Governo

La riforma fiscale è uno dei punti qualificanti del Governo in carica. Ma una prima doccia fredda sulla sua correttezza e praticabilità è venuta dalla Banca d’Italia, per bocca di un suo dirigente che ha abbandonato il tradizionale linguaggio felpato: il modello prefigurato dalla delega è «poco realistico per un paese con un ampio sistema di welfare» e può «ridurre l’equità del sistema».

L’Italia che verrà: proiezioni per i prossimi decenni

Secondo i calcoli del Documento di Economia e Finanza se gli immigrati aumentassero del 33% rispetto al ritmo attuale, nel 2070 il debito pubblico sarebbe più basso di almeno 30 punti rispetto al PIL (cioè circa 135% anziché 165%). Se invece il flusso degli immigrati calasse del 33%, nel 2070 il debito aumenterebbe di oltre 30 punti sul PIL (cioè dal 165% a circa il 200%). Dati e scenari che dovrebbero far riflettere.

La restaurazione fiscale

Negli ultimi 50 anni nel nostro Paese l’aliquota fiscale più elevata è scesa dal 72 al 43%, cioè i ricchi hanno pagato sempre meno. Parallelamente gli scaglioni sono diminuiti da 32 a 4: così facendo il criterio della progressività è stato compresso. Ora il Governo propone di ridurre le aliquote da quattro a tre. Esattamente l’opposto di quanto necessario per diminuire le disuguaglianze e osservare la Costituzione.