Il corriere – The mule

Spente le sue 88 candeline, Clint Eastwood torna con un altro prezioso film, da lui diretto e interpretato. “Il corriere – The mule” è un film struggente e coriaceo, duro e tenerissimo, il cui protagonista è l’ennesimo personaggio variazione della icona dell’autore e, insieme, del mito americano.

«La favorita»

Apparentemente storico, “La favorita” – terza e più riuscita opera di Lanthimos ‒ è in realtà un film sul potere che trasforma un soggetto da tragedia di stampo shakespiriano o da dramma storico in una sfuggente commedia che spesso assume i toni della farsa acida, sgradevole e cattiva.

«Il gioco delle coppie»

Un film leggero – quest’ultimo lavoro di Olivier Assayas – ma non vacuo, a metà strada tra la malinconica, apparente leggerezza di Eric Rohmer e la brillantezza amarognola di certo Woody Allen: un quintetto di protagonisti, ma, soprattutto, un flusso di considerazioni, confessioni, ragionamenti simile a quello dei social.

«Vice – L’uomo nell’ombra»

Una biografia feroce, continuamente in bilico tra l’assurdo e il tragico, quella di Dick Cheney, vicepresidente degli Stati Uniti durante la presidenza di Bush jr., realizzata da Adam McKay. Una biografia nella quale la figura dell’uomo forte della politica della destra americana si trasforma in una metafora del potere.

«La donna elettrica»

“La donna elettrica” di Benedikt Erlingsson è una curiosa commedia, gentilmente surreale, ambientata nelle immensità paesaggistiche islandesi, che ha come protagonista una stravagante ecoterrorista di mezza età e come filo conduttore il rapporto dell’uomo con la natura e i suoi aspetti più ambigui e problematici.

36° Torino film festival

Il Torino Film Festival ha tenuto fede, anche quest’anno, al suo ruolo, confermando la capacità di stare in equilibrio tra le esigenze degli addetti ai lavori e quelle del pubblico, senza trasformarsi in rassegna mondana ben foraggiata a livello economico e rivolta a un’élite culturale.

«Roma»

Questo film di Alfonso Cuarón, ambientato a Città del Messico e girato con il consueto virtuosismo stilistico in un luminoso e terso bianconero, è un affresco autobiografico dell’infanzia ricco di una sofisticata valenza politica centrata sul ruolo della donna.