Torino: l’assalto ai parchi

Torino si distingue nell’assalto ai parchi. Si vuole riportare a zoo l’area del parco Michelotti, si è autorizzato il salone dell’auto al Valentino, si pensa di trasformare in “centro dello sport” il parco del Meisino, si realizzerà un ospedale alla Pellerina. Eppure i parchi, ovvero le aree verdi urbane, sono stati progettati a partire dall’Ottocento come polmoni naturali, destinati alla ricreazione fisica e psichica dei cittadini.

Torino ama il verde: parola di assessore

Gli spazi verdi urbani devono essere una priorità per la loro importanza in termini sociali, di benessere e di contrasto alle emergenze climatiche. A questo principio si attiene, destreggiandosi tra le molte difficoltà economiche, il Comune di Torino. Così l’assessore al Verde in risposta alle critiche contenute in un recente articolo di Fabio Balocco.

La nuova frontiera della repressione: i fogli di via

A luglio alcuni esponenti di Extinction Rebellion si sono arrampicati sul palazzo della Regione a Torino appendendo lo striscione: “Benvenuti nella crisi climatica: siccità, è solo l’inizio”. La Questura ha risposto con fogli di via immediatamente esecutivi. È la stategia dei decreti sicurezza, la nuova frontiera della repressione sperimentata nei confronti dei movimenti sociali a cominciare dalla Val Susa.

Torino: eliminare il verde!

La cosa più stupida in ambito urbano è eliminare il verde. Soprattutto in tempi di drammatico cambiamento climatico. Ma i sindaci delle grandi città sembrano non accorgersene. Illuminante è il caso Torino, dove stanno per sparire, naturalmente “nell’interesse pubblico”, un piccolo parco, un bosco urbano e una vasta area protetta. Mentre la città diventa sempre più un inferno.

Torino tra rischio di dissesto e sovvenzioni statali

Torino è, con Napoli, Reggio Calabria e Palermo, il comune più indebitato d’Italia. Ma la giunta annuncia l’apertura di una nuova fase, vantando il risanamento strutturale del bilancio con conseguente possibilità di investimenti. In realtà, il miglioramento dei conti è dovuto solo all’iniezione di liquidi da parte dello Stato, mentre nessuno dei nodi critici è stato affrontato e risolto.

Primo Maggio. Perché in piazza ci sia spazio per tutti

Spezzare e militarizzare un corteo, come ha fatto la polizia il 1° maggio a Torino, non è accettabile. La piazza è di tutte e tutti. Rispettado la libertà altrui, tutte e tutti devono poter esprimere il proprio consenso o dissenso verso posizioni politiche e sindacali e verso le autorità presenti. Come diceva Sandro Pertini, «Libero fischio in libera piazza»: è l’ABC della democrazia.

Primo maggio a Torino: ancora violenze di polizia

Il corteo del 1° maggio a Torino è stato vivace e partecipato. Ma, ancora una volta, violente cariche di polizia hanno impedito allo spezzone antagonista di raggiungere la piazza dove era in corso il comizio. Senza giustificazioni se non impedire ai dimostranti di “disturbare il manovratore” (politico o sindacale che fosse). Così – la storia lo insegna – diritti e libertà degradano in privilegi di alcuni.