Maurizio Pagliassotti, scrittore e giornalista, scrive per “Il Manifesto”. Ha pubblicato, presso l’editore Castelvecchi, «Chi comanda Torino» (2012) e «Sistema Torino, sistema Italia» (2014).
Contenuti:
Rotta dei Balcani: un viaggio di tre mesi nel cuore dell’Europa. Ho visto le baraccopoli dove, affogati nel fango e nella merda dei cani randagi, centinaia di esseri umani mangiano, vivono, dormono, fanno l’amore in mezzo ai topi. Contro di loro è in atto da anni una guerra finanziata con nostri soldi. E una cosa ho capito: loro, per noi, non sono migranti, ma nemici. Non so perché, ma è così.
«Quando scompariranno coloro che oggi hanno più di 85 anni andrà via la generazione testimone delle grandi trasformazioni, che è passata dalla vita come era secoli fa a questo presente. Chi è nato negli anni Venti o Trenta ha visto cambiare il mondo almeno due o tre volte e sta continuando. Ma queste persone nonostante la durezza delle loro vite danno l’idea di essere vissute dentro comunità».
Cosa c’è dietro le pesche pagate, al mercato di Porta Palazzo a Torino, 75 centesimi al chilo? C’è un groviglio di contraddizioni che coinvolgono un modello economico perverso, migranti di diverso “rango”, condizioni di lavoro difficili, a volte sfruttamento e caporali, supplenza di Caritas e volontari e molto altro ancora.
La palla di cristallo in cui vedere il futuro del mondo del lavoro è l’agricoltura. C’è stato un momento in cui si è pensato di aumentare i salari. Ma poi, tutto è passato. Il futuro sarà il conflitto tra gli africani venuti dal Sud e gli italiani licenziati dalle pizzerie della riviera. E per tutti varrà il principio che «si lavora e basta».
Anziani contro operai, operai contro possessori di cani e tutti contro i podisti: è la nuova frontiera della lotta contro il coronavirus. Ieri erano i podisti, ma domani potrebbero essere altri. Magari i vecchi, che già ondeggiano sull’orlo del precipizio. Attenti! Rispettiamo le regole, ma in un’ottica di giustizia nell’eguaglianza.
Armand, pakistano, una laurea, rider. Sera di Natale. Bicicletta. Polpette con patate, poi asiatico, e poi ancora hamburger. Chilometri percorsi, venticinque. Pausa zero. Semafori rossi attraversati e sensi vietati per fare più in fretta. Guadagno totale: venticinque euro meno le tasse. È la catena di montaggio del terzo millennio.
Cifre, testimonianze, analisi in un libro che offre uno spaccato del gioco d’azzardo descrivendo quel grande popolo che gioca, gioca e gioca ancora. Con una interessante e solo apparentemente singolare conclusione: che il gioco d’azzardo prende le forme di una vera e propria tassa sulla debolezza e sulla solitudine.
Questo nuovo libro di Fabio Balocco non parla di Farinetti ma crea una mappa del mondo alternativo al farinettismo: la geografia umana che nelle Langhe, siano esse basse o alte, resiste reinventando vecchi stili di vita che appaiono sempre più moderni e per molti aspetti indispensabili.
La Giunta di Torino ha deliberato di spostare l’«area di libero scambio» del sabato dal Canale Molassi (nella zona “storica” del Balon) a una zona periferica. Per mancanza di sicurezza e infrastrutture, si dice. In realtà per ragioni di “decoro urbano”, per di più affermando di voler favorire e migliorare le possibilità di scambio.
L’8 dicembre, quando ci sarà, a Torino, la manifestazione No TAV, bisognerà essere in tanti, tantissimi. Bisognerà rispondere alla piazza di sabato scorso con gli argomenti ma anche con i numeri. Per questo nessuno dovrà dire: «se c’è lui io non vengo».