Davide Lovisolo è stato docente di Fisiologia all'Università di Torino dal 1968 al 2015. Dal 1968 ha militato nei movimenti di base, è stato attivista politico in Avanguardia Operaia e poi in Democrazia Proletaria fino al 1978; dal 1980 al 1991 ha militato nel PCI. È stato uno dei responsabili del movimento per il diritto alla casa a Torino negli anni Settanta, delegato sindacale e esponente del Coordinamento Genitori torinese dal 1992 all'inizio degli anni 2000. Da anni è attivo nella cooperazione sociale.
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Il dibattito sulle prospettive di Volere la Luna e, in generale, della politica stenta a decollare. È un segno dei tempi. Occorre rilanciare la partecipazione dal basso e combattere le diseguaglianze, ma come? E poi, mentre critichiamo la politica tradizionale tocchiamo con mano che un cambiamento radicale deve coinvolgere le istituzioni. E allora non ci resta che continuare a parlarci e a formarci.
Nella crisi, sempre più aspra e devastante, si sono moltiplicate le iniziative di solidarietà. Hanno aiutato molti a sopravvivere, a mangiare un pasto, a pagare l’affitto, ad affrontare un’emergenza. Ed è un fatto di rilievo. Ma è emersa la domanda di sempre. Come si coniuga la solidarietà con la totale assenza della politica?
Nel Regno Unito la riflessione sulla opportunità di ridurre l’orario di lavoro a 32 ore per quattro giorni alla settimana a parità di retribuzione è in corso. Anche per aumentare l’occupazione. In Italia, invece, si continua a pensare (a torto) che per far crescere l’occupazione si debba diminuire il costo del lavoro.
Negli Stati Uniti, mentre viene all’ordine del giorno il tema dell’etica nell’intelligenza artificiale, i lavoratori del settore, malpagati, precari e senza diritti, cominciano a darsi forme di organizzazione sindacale. Per ora si tratta di associazioni minoritarie, prive di riconoscimento e controverse, ma è comunque un primo passo.
Nell’industria di lavorazione della carne negli Stati Uniti c’è sistema di controllo dei lavoratori terribile: ogni giorno di assenza è un punto; con un certo numero di punti sei licenziato. Così, nonostante il Covid, molti vanno a lavorare nonostante sintomi di infezione. E c’è chi scommette su quanti lavoratori si ammaleranno.
Negli Stati Uniti la salute della sinistra radicale dopo l’esito elettorale non è gran che buona. Le formazioni progressiste e socialiste, superata la delusione per la sconfitta di Sanders nelle primarie, si sono impegnate a sostegno di Biden. Ma oggi sono in difficoltà nell’organizzare mobilitazione sul territorio e un’efficace pressione dal basso sull’Amministrazione Biden.
L’esito, pur parziale, delle primarie è chiaro. Dopo il successo iniziale, Bernie Sanders esce di scena. È paradossale che in un momento come questo, il candidato che ha fondato la sua battaglia sul servizio sanitario universale sia fuori gioco. Ma questo rivela problemi e contraddizioni che non riguardano solo gli USA.
La letteratura internazionale sui cambiamenti climatici è ormai ampia e approfondita. Intanto, mentre le conferenze internazionali inanellano fallimenti i temi ambientali emergono in primo piano, per esempio, nella campagna per le presidenziali degli Stati Uniti. Per un punto sulla situazione ecco una rassegna bibliografica.
Dopo sei settimane di sciopero i 50.000 lavoratori della General Motors hanno approvato, con una maggioranza del 57%, un accordo al ribasso, che non accoglie le principali richieste di una lotta lunga e dura. A determinare questo esito deludente sono stati la sfiducia nel sindacato e il mancato appoggio della politica istituzionale.
Dal 16 settembre i 50.000 lavoratori della General Motors sono, per la prima volta dal 2007, in sciopero. L’agitazione nasce dal basso, in assenza del sindacato, e ha per oggetto il salario, le condizioni di lavoro e la difesa dell’occupazione. Sullo sfondo il tema del rapporto tra lavoro e tutela ambientale.