Lasciar morire. Dal mare al deserto

La Conferenza internazionale di Roma su sviluppo e migrazione fortemente voluta dalla presidente del Consiglio Meloni ha avuto il solo risultato di rafforzare l’impresentabile presidente tunisino Kais Saied. Per il resto lo scopo indicibile del neonato “Processo di Roma” è emerso in modo chiaro: fare della Tunisia il “guardiano delle frontiere europee” e spostare il cimitero dei migranti dal Mediterraneo al Sahara.

Le leggi della fisica e la crescita impossibile

Più deperisce il mondo vitale, più cresce una sorta di religione fondata su due assiomi: la tecnoscienza troverà le soluzioni idonee a tutti i nostri problemi e la “mano invisibile” del mercato canalizzerà il denaro per finanziare le innovazioni necessarie. Non è così – ci dicono due autorevoli studiosi – e i fatti lo dimostreranno. Drammaticamente.

Morti che ci riguardano

Nel 2020 sono state uccise nel mondo ben 331 persone che si battevano per i diritti umani e, spesso, per la salvaguardia del loro territorio, specialmente in America Latina e in Africa. Sono in buona parte “danni collaterali” del nostro sviluppo, che impone deforestazioni, apertura di nuove miniere, estrazione di altro petrolio.

M’hai detto un prospero!*

“M’hai detto un prospero!” è un detto romanesco per rispondere a chi presenta come facile un’azione in realtà difficile o impossibile. Questo governo che incarna nel suo stesso capo la natura di quello che Luciano Gallino definì il Finanzcapitalismo non si presta a nessuna speranza di cambiamento di un modello distruttivo e fallimentare.

Cosa intendiamo quando parliamo di crisi?

Oggi il compito da affrontare è demistificare la narrazione che il neoliberalismo ha prodotto negli ultimi quarant’anni. È evidente che la politica deve tornare a esercitare un ruolo preponderante, ma il modello a cui aspirare non è il semplice ritorno al welfare state keynesiano: il consumismo e l’idea di sviluppo forsennato su cui si fonda rischiano di gettarci in un tunnel senza uscita.

Nemmeno le auto elettriche sono pulite…

“Transizione energetica” è un mantra che evoca un futuro al riparo dall’inquinamento. Non è così. I costi del passaggio a uno sviluppo basato sulle energie rinnovabili sono enormi. E non sono pulite le auto elettriche o i monopattini elettrici. Il silenzio dei loro motori qui da noi è a costo di scoppi, morti, inquinamenti altrove.

Il mondo si è ingolfato

La gabbia neoliberista, potenziata dalla rivoluzione elettronica, rivela le sue pulsioni suicide. E sembrerebbe arrivata al capolinea la pretesa di regolare il globo asservendolo a una supposta razionalità del capitale. Ci resta il detto spagnolo Mal de todos consuelo de tontos, tanto più lucido e realistico del nostro Mal comune mezzo gaudio. O, più seriamente, la resilienza.

Conte bis: per l’ambiente nessun buon segnale

Sul tema dell’ambiente il programma di governo del Conte bis è ancor più carente del contratto gialloverde. L’acceleratore è sempre, comunque, sul pedale dello sviluppo (con l’immancabile frusto richiamo alla green economy). Insomma, ancora una volta una coalizione con i piedi ben piantati nel cemento e nell’asfalto.