Paolo Cacciari, nato a Venezia nel 1949, è giornalista e politico. È stato consigliere comunale del Partito comunista italiano e in seguito deputato per il partito di Rifondazione comunista. Da anni è impegnato sul versante della difesa dell’ambiente e per diffondere i principi e le pratiche della decrescita.
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Non è uno scherzo, è una reale vicenda tragicomica. Le città del Veneto saranno attraversate da una mostra itinerante organizzata della Regione con il titolo “#AndràTuttoBene”, con i disegni indirizzati dai “bimbi veneti” al presidente Zaia, “una figura di grande valore simbolico e protettivo a cui i bambini delle varie fasce d’età hanno fatto riferimento costante”. Incredibile ma vero!
Più deperisce il mondo vitale, più cresce una sorta di religione fondata su due assiomi: la tecnoscienza troverà le soluzioni idonee a tutti i nostri problemi e la “mano invisibile” del mercato canalizzerà il denaro per finanziare le innovazioni necessarie. Non è così – ci dicono due autorevoli studiosi – e i fatti lo dimostreranno. Drammaticamente.
Il ministro alla transizione ecologica ha svelato le carte e si è scagliato contro lo slogan della decrescita. È chiaro che nei piani alti temono che pezzi di società ragionino, sperimentino riduzione dei consumi inutili e dannosi e organizzino la vita sociale fuori dalle logiche del mercato.
Ben venga la svolta green promessa dall’Europa. Ma attenzione: in agguato c’è la teoria secondo cui non occorre diminuire la produzione di gas climalteranti ma trovare un modo per bilanciarli. Ciò può, forse, salvare l’economia e i profitti delle grandi imprese ma non certo il pianeta.
Né i negazionisti della “coalizione fossile” né gli “innovatori” del Green New Deal vogliono rinunciare alle materie prime e alle tecnologie utili a mantenere alta la competitività delle proprie imprese e un differenziale di dominio sul resto del mondo. Per questo falliscono le conferenze internazionali. Meglio partire dal basso.
Venezia e la Laguna possono e devono essere messe in sicurezza. Cercando di rimediare ai disastrosi interventi dei governi che si sono succeduti negli anni (oggi riproposti senza pudore) e prevedendo misure urgenti efficaci e rispettose dell’ambiente. Qui dieci proposte concrete per un’agenda di governo.