Gaza e Cisgiordania: la prigione più grande del mondo

Dall’inizio dell’anno, nella sola Cisgiordania, 132 palestinesi sono stati uccisi in scontri con l’esercito israeliano, facendo del 2022 l’anno più sanguinoso dal 2015. È il segnale della totale assenza di prospettive di giustizia e di pacificazione nel Medio Oriente. Un coraggioso libro di Ilan Pappè spiega le ragioni dell’incapacità di qualsiasi governo di risolvere la questione palestinese.

Il riconoscimento dello Stato di Palestina è urgente

Il riconoscimento dello Stato di Palestina è possibile e urgente. È il primo passo da fare, è il segnale che la politica è tornata in campo per costruire la pace. Ancora una volta ci rivolgiamo al Presidente della Repubblica, al Parlamento, al Governo italiano chiedendo che si riconosca lo Stato di Palestina per avviare una politica di pacificazione nell’intera regione medio-orientale.

Ragionare di Palestina è impossibile, anche nel Parlamento italiano

Parlare di Palestina citando le risoluzione dell’Onu e il diritto internazionale è sempre più difficile anche in sedi istituzionali. Lo dimostra l’aggressività del presidente della Commissione esteri della Camera, on. Fassino, nei confronti della Relatrice delle Nazioni unite sui diritti umani nel territorio palestinese occupato, Francesca Albanese, in sede di audizione.

Gaza: se gli aiuti umanitari cancellano i diritti

Nel 2022, a Gaza, i palestinesi che hanno bisogno di assistenza per sopravvivere sono 1,3 milioni (circa il 63% dei residenti). Dunque gli aiuti umanitari sono necessari. Ma occorre che avvengano nella consapevolezza che questa situazione è frutto della scelta del Governo israeliano di trasformare i palestinesi da popolo con diritti politici in una comunità indebolita dipendente dall’assistenza umanitaria.

Stranamore

Israele è “il dottor Stranamore”

Israele, che non ammette neppure di condurre test nucleari, possiede tuttavia circa 400 testate che può lanciare con missili, aerei e sottomarini. Per questo si può dire che oggi sia il dottor Stranamore del Medio Oriente. Anche se nessuno, né nemici né tantomeno amici, dice nulla, nell’imminenza della Conferenza sul Trattato di non proliferazione.