Giovanni Vighetti vive a Bussoleno ed è esponente del Movimento No Tav
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A Torino è stato inaugurato (e sarà operativo nel 2023) il grattacielo destinato a ospitare la nuova sede della Regione Piemonte. Undici anni di lavori, con stravolgimento del progetto dell’architetto Massimiliano Fuksas approvato nel 2007, inchieste giudiziarie e una spesa finale di 336 milioni di euro. Il tutto in epoca di tagli alla sanità. E ora parte la realizzazione del Parco della Salute…
I rischi sono grandi e non si vedono nel Paese lotte in grado di garantire, più del voto, progressi sul piano dei diritti e delle libertà. La scelta per il meno peggio non ha mai prodotto esiti utili e anche per questo non credo possano esserci, per la sinistra, indicazioni di voto (che, del resto, non saprei dare). Ma un voto antifascista è necessario: a ciascuno trovare la strada migliore.
Nel 2018 il M5S sparigliò i giochi, vinse le elezioni e si propose come motore di un radicale cambiamento del sistema politico. Non è andata così: per le sue contraddizioni e incapacità e per la lotta senza esclusione di colpi riservatagli dall’establishment. Oggi che quella meteora è passata il primo obiettivo è impedire che il Paese cada in mano a un partito neofascista.
La caduta del seracco sulla Marmolada è un effetto del cambiamento climatico. Ma è, insieme, un evento dalle modalità e dai tempi imprevedibili. Che fare, dunque, per evitare che eventi simili si trasformino in tragedie? A medio termine arrestare il cambiamento climatico ma, intanto, cambiare la cultura con cui ci si accosta alla montagna.
In tempo di guerra è difficile garantire spazio alle varie analisi e ai diversi punti di vista. Ma non c’è alternativa: bisogna porre domande scomode per capire cosa sta davvero accadendo e per definire le politiche necessarie. L’origine della guerra in Ucraina la conosciamo bene ma ciò non basta se non si dà risposta ad alcune domande riguardanti il ruolo degli Stati Uniti e della NATO.
La responsabilità della Russia per avere scatenato la guerra in Ucraina è evidente. Ciò, peraltro, non può esimere dall’analisi delle politiche della NATO, dell’Europa e della stessa Ucraina che hanno preceduto l’invasione. Ma l’establishment cerca di impedirlo inventando la categoria dei “putiniani” per rinchiudervi, criminalizzandolo, chiunque voglia approfondire.
I tempi sono, per la nostra politica, assai tristi. Ma la proposta, avanzata senza suscitare sdegno, di una candidatura di Silvio Berlusconi alla Presidenza della Repubblica è, a dir poco, surreale. Non solo per i suoi trascorsi giudiziari (in parte ancora pendenti) ma perché aprire porte girevoli tra loggia P2 e Quirinale sarebbe uno sfregio decisivo per la democrazia.
Le diffamatorie affermazioni del direttore di “Repubblica” Molinari sulla natura terroristica del movimento no Tav sono la spia di una ben più ampia strategia del giornale del gruppo Agnelli-Elkan: occultare il declino del sistema Torino, celebrare i magnifici dividendi Fca/Psa e criminalizzare ogni voce dissenziente.
Si ritorna a parlare di centrali nucleari, nonostante la loro conclamata pericolosità e la loro bocciatura in ben due consultazioni popolari. Ma i referendum, se non sono accompagnati da una convinta mobilitazione, sono solo tappe di un percorso che può essere rovesciato. Per questo occorre mobilitarsi da subito, seguendo l’esempio del movimento No Tav.
La condanna di Mimmo Lucano e degli altri imputati di Riace è la sintesi perfetta di una giustizia che viaggia su due linee parallele: una di dura repressione per tutti quelli che fanno parte delle categorie non omologate al sistema e una indulgente e permessiva per tutti gli altri che del sistema fanno parte, in maniera diretta o indiretta che sia.