Come scoraggiare l’autoproduzione di energia…

Sullo sfondo della transizione energetica è divenuto di attualità il tema delle comunità energetiche rinnovabili cioè di gruppi di utenti che si mettono insieme in un dato contesto territoriale per produrre da sé, da fonti rinnovabili localmente disponibili, l’energia di cui hanno bisogno. Un’idea semplice e rivoluzionaria, ma non gradita agli operatori del settore, che sono subito corsi ai ripari.

La disuguaglianza non conosce crisi

Il report di Oxfam “La disuguaglianza non conosce crisi”, predisposto per l’apertura del World Economic Forum di Davos, documenta un ulteriore aumento della disuguaglianza nel mondo. Pur a fronte di un 2022 nero sui mercati, dal 2020 ad oggi l’1% più ricco si è accaparrato quasi il doppio dell’incremento della ricchezza netta globale rispetto alla quota andata al restante 99% della popolazione mondiale.

Energia, quanto ci costi!

L’impennata dei prezzi delle bollette è dovuta a ragioni geopolitiche e a operazioni speculative sui mercati finanziari. Ma è un fatto che le fonti tradizionali di energia sono limitate e sempre più costose. Per il futuro non ci sono alternative: occorre ridurre drasticamente l’uso di energia e puntare sulle rinnovabili. È possibile, mentre non sono una soluzione né il gas né il nucleare.

Missioni militari e “sicurezza energetica”

Un recente rapporto di Greenpeace rivela che nel 2021 circa 797 milioni di euro, pari a due terzi della spesa italiana per le missioni militari, sono destinati a operazioni di tutela della “sicurezza energetica” del Paese, cioè a proteggere le attività di ricerca, estrazione e importazione di gas e petrolio in aree di conflitto (dalla Guinea alla Libia, al Mozambico).

Riecco il nucleare…

Di nuovo si affaccia, sia pure in tempi medi, il nucleare. Lo invoca il ministro Cingolani e lo prospetta l’ENI versione green. Le promesse e le assicurazioni sono tante: un’energia pulita, sicura e inesauribile. In realtà non è così. Nulla di tutto questo è assicurato e nessun miracolo tecnologico può consentire la crescita infinita e sicura in un mondo finito.

Il ministro, le lobby, il nucleare

L’apertura del ministro Cingolani al nucleare, già bocciato da due referendum, ha dell’incredibile. Il nucleare, di qualunque dimensione e di qualunque generazione, è pericoloso per ambiente e cittadini, è soggetto a incidenti, costa un’enormità, per non parlare delle scorie il cui smaltimento è un rompicapo senza soluzioni accettabili.

Pandemie e condizioni del Pianeta

Questa pandemia può costituire un utile avvertimento: il Covid-19 è una reazione allo stato di stress che abbiamo causato al pianeta, e per prevenire nuovi eventi simili dobbiamo ridurre le alterazioni dell’ambiente, la perdita di biodiversità, i cambiamenti climatici, favorendo processi produttivi circolari, sostenibili, con fonti energetiche rinnovabili.