Bianca tra i banchi di scuola

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Bianca Centenario

Chissà cosa avrebbe detto Bianca Guidetti Serra delle lettere, degli articoli, dei diari e delle interviste immaginari; delle voci di Wikipedia, dei cartoon, delle mostre virtuali, dei book trailer che le studentesse e gli studenti piemontesi le hanno dedicato? Credo che siamo stati in molti a chiedercelo il 6 maggio mentre seguivamo, in videoconferenza, la presentazione dei lavori delle scuole* nel corso dell’evento conclusivo, per l’anno scolastico 2020- 21, del Progetto formativo che porta il suo nome.

Difficile dirlo. Di una cosa, però, penso che si possa essere certi. “Mi è piaciuto il fare”: è il titolo di un capitolo dell’autobiografia, che Bianca ha scritto con Santina Mobiglia (Bianca la rossa, Einaudi, Torino, 2009 – e-book 2021). Avrebbe, dunque, apprezzato il grande impegno che hanno profuso docenti e allievi, lungo un percorso che è iniziato nel novembre scorso con un incontro formativo per gli insegnanti e si è sviluppato attraverso una proficua collaborazione tra il Comitato, l’Ufficio Scolastico Regionale, il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino e il Progetto Right Now, il Centro Studi Piero Gobetti.  

Alle scuole secondarie di I e II grado sono stati proposti vari temi per favorire la conoscenza dei settori della società e dei problemi nei e per i quali Bianca si è più spesa. L’obiettivo è stato quello di aprire per le classi partecipanti nuove prospettive di ricerca e di attenzione, lasciando loro la massima libertà di scelta sugli strumenti da utilizzare per realizzare i propri lavori. Ovviamente il collegamento con la storia è stato il più immediato e prevedibile. Anche perché sappiamo quanto, in questa disciplina, la storia di una persona possa essere utile per sollecitare l’interesse degli studenti, che probabilmente sottoscriverebbero questa considerazione di Bruno Maida: «la storia è storia di cause e quindi allo storico interessano i processi; tuttavia, troppo spesso nel racconto storico l’umanità appare un elemento residuale ed esiste, casomai, come classi, gruppi, masse e non come singolarità degli individui» (Sulla biografia come genere storiografico, introduzione a E. Guida, Senza perdere la dignità. Una biografia di Piero Terracina, Viella, Roma, 2021).  Si può pensare che l’umanità di Bianca, l’interesse per le sue esperienze e i suoi pensieri possano avere favorito la conoscenza di molte vicende del nostro paese, di cui, forse, i cittadini italiani di ogni età e condizione dovrebbero essere maggiormente consapevoli. Quindi, storia, ma non solo storia. Ampio e profondo è stato il coinvolgimento di altre discipline, come il diritto, l’economia, le scienze. Anche l’insegnamento dell’Educazione civica, previsto in modo “trasversale” nel primo anno di sperimentazione della legge n. 92/2019, è stato, in alcune scuole, collegato proprio al progetto formativo dedicato a Bianca Guidetti Serra.

Lavori seri e appassionati, quasi sempre di natura interdisciplinare, ci hanno così consegnato la figura di Bianca vista con gli occhi delle ragazze e dei ragazzi di oggi. Ragazze e ragazzi di età alquanto differenti: dai dodici ai diciannove anni.

Bianca e Primo
Bianca con Alberto Salmoni (alla sua sinistra) e Primo Levi (ultimo a destra)

Il primo ritratto che emerge dalle ricerche è quello di Bianca partigiana, di Bianca impegnata nella Resistenza e, in particolare, nei Gruppi di difesa della donna. C’è stata una grande attenzione per il motivo che la spinse a questa scelta: l’emanazione nel 1938 dei provvedimenti antiebraici e soprattutto del decreto-legge che, il 5 settembre di quell’anno, chiuse le porte delle scuole e delle università alle allieve e agli allievi ebrei. La discriminazione posta così in atto ha permesso di mettere in luce il tema dell’amicizia con Primo Levi, con Luciana Nissim e con Vanda Maestro.  Anche, in taluni casi, di allargare il racconto ai rapporti di Bianca con l’ebraismo torinese e con altre donne partigiane. La parte successiva della vita di Bianca è stata fatta prevalentemente coincidere con la narrazione della sua vita di cittadina e di avvocata. Di una cittadina e di un’avvocata che, dopo aver contribuito a costruire la nuova Italia e a dare al nostro paese l’attuale Costituzione, ha passato tutti gli anni successivi della sua vita a lottare perché il tessuto della democrazia non si spezzasse e perché i principi della nostra legge fondamentale fossero attuati. Di una cittadina e di un’avvocata di cui gli studenti hanno colto bene l’originalità e il coraggio, testimoniati dalle sue lotte e dai suoi processi. La narrazione ha toccato aspetti assai differenti: dalle battaglie per i diritti delle donne e dei minori alla lotta contro il franchismo; dall’attenzione alle condizioni dei carcerati alla denuncia della nocività di alcune produzioni sulla salute degli operai. Qualcosa accumuna, però, tutte le ricerche: l’assenza di ogni forma di retorica e di ogni intento agiografico mentre è stato colto assai bene il collegamento tra le battaglie nelle quali Bianca si è più spesa e il lungo percorso che ancora oggi è necessario per raggiungere pienamente gli obiettivi che erano al centro della sua azione.

Come si è già detto, sono stati anche molto differenti gli strumenti utilizzati, che hanno potuto realizzarsi nelle varie forme che la tecnica digitale mette a disposizione, senza trascurare però l’uso dell’articolo, della lettera, del disegno. Può essere utile ricordare che il progetto ha previsto l’accesso diretto, ove giuridicamente possibile, alle fonti rappresentate dalle carte custodite dal Centro Studi Gobetti, la cui reperibilità è stata garantita dalla costante collaborazione con il curatore dell’archivio, Francesco Campobello, e dalla consulenza della borsista Giulia Agnolin, che ha anche realizzato prodotti didattici da utilizzare nelle scuole e ha fornito assistenza nei laboratori del Progetto formativo.

Ora inizia una nuova fase, destinata prevalentemente alla restituzione del lavoro compiuto attraverso la raccolta dei materiali, l’editing e l’uniformazione dei contenuti di tutte le attività svolte in modo da garantire la realizzazione di una documentazione da riproporre alle scuole nei prossimi anni scolastici, a partire dall’anno scolastico 2021-22. L’incontro di Bianca con gli studenti potrà così ancora ripetersi, basandosi sui documenti, sulle foto, sulle pubblicazioni e sulla rappresentazione che ne hanno data i giovani di una generazione ormai tanto lontana dalla sua. Bianca se lo merita.

Bianca sull'amicizia

*NOTA: Le scuole che hanno aderito al Progetto sono: I.C. Nichelino III; I.C. Peyron – Umberto I; I.I.S. A. Avogadro; L.C Vittorio Alfieri; L.A. R. Cottini; L.C. Massimo D’Azeglio; I.I.S. Einstein; L.C. e L. Vincenzo Gioberti; Liceo Vasco Beccaria Govone (Mondovì). Le classi e gli allievi coinvolti sono stati, rispettivamente, sedici e quattrocento. Il Progetto è stato ideato e organizzato dalla Commissione Scuola del Comitato: Chiara Acciarini, Chiara Alpestre, Caterina Amadio, Santina Mobiglia.

Gli autori

Maria Chiara Acciarini

Maria Chiara Acciarini è stata insegnante e preside in una scuola media superiore e ha fatto parte della segreteria della CGIL Scuola di Torino. È stata consigliera comunale di Torino e, poi, deputata e senatrice in rappresentanza dei Democratici di Sinistra, che ha lasciato nel 2007. Ha scritto tra l’altro, con Alba Sasso, il libro “Prima di tutto la scuola” (2006).

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One Comment on “Bianca tra i banchi di scuola”

  1. molto interessante l’iniziativa, che è riuscita a coinvolgere, motivandoli, anche studenti all’inizio indifferenti. Lo dichiarano essi stessi. La possibilità di utilizzare strumenti diversi per esprimersi ha contribuito a rendere questo compito diverso dagli altri. Mi ha colpita il rapporto diretto, personale con Bianca che si è instaurato tra loro

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