Ricostruire il conflitto attorno all’eguaglianza

Che fare? Come invertire rapporti di forza mostruosamente sbilanciati, creando un’alternativa e forze materiali (sociali e politiche) in grado di contrapporsi al sistema neoliberista penetrato in tutti i gangli della società? La risposta è obbligata: costruire reti dal basso che propongano e, insieme, pratichino alternative e che sappiano immaginare e agire, sul territorio e nei grandi conflitti globali.

Parlare a chi oggi si sente solo

Oggi fare politica a sinistra è difficile. Anzitutto perché il sistema economico e sociale e le pratiche con esso connesse hanno generato, insieme a vulnerabilità e disuguaglianza, mancanza di riconoscimento. Da qui occorre ripartire, per tornare a stare con chi oggi si sente solo e non riconosciuto dai decisori. Sapendo che il sociale e il politico non possono essere scissi.

Non pensare a un partito. Semplicemente, riprendere a respirare

Che fare? Non diventare l’incunabolo di una nuova vagheggiata formazione politica. L’unica strada che abbiamo davanti è quella di fare rete. Creare, per quanto possibile, le condizioni per una sensibilità diffusa. Una specie di terza via che dovrebbe definirsi col tempo e soprattutto nelle pratiche. Senza velleitarismi, solo per respirare, finché si può, un’aria meno asfittica e avvelenata. 

C’è un’urgenza: modificare i nostri stili di vita

Va bene preoccuparsi per le disuguaglianze, per le derive autoritarie, per i migranti ma, a monte di tutto, ci sta il nostro adagiarci su uno stile di vita incompatibile con l’orbe terracqueo. Detto in parole povere, a monte di tutti i problemi c’è uno stile di vita che depreda, che inquina, che costringe a migrare, e di ciò siamo tutti totalmente partecipi: vittime e carnefici.

Stare nei territori, ma anche ridefinire un progetto

Stare nei territori e costruire reti è fondamentale ma non basta. È necessario, insieme, definire un progetto alternativo di società, senza il quale i tanti movimenti settoriali non possono produrre cambiamento. Per gran parte del secolo scorso quel progetto è stato il socialismo. Poi è calato il silenzio. Oggi occorre recuperare progettualità e memoria.

Costruire la società della cura

Come costruire un’alternativa all’esistente? Uscendo dalla logica della riduzione del danno, costruendo e mettendo in comune esperienze e pratiche che sedimentino dentro ogni territorio suggestioni di una società diversa, il cui nucleo forte sia il prendersi cura. È un percorso inedito e non scontato ma possibile come si è dimostrato anche durante la pandemia.

Volere la Luna: che fare? Un confronto aperto

Volere la Luna ha superato i tre anni. La sua analisi di partenza (l’inutilità di perseguire “il meno peggio” e la necessità, per una nuova fase politica, di un cambiamento radicale di modi di essere, di pensare, agire, cooperare e aggregarsi) è stata ampiamente confermata dai fatti. Ma che fare, oggi? Confrontarsi! Tra di noi, con i nostri interlocutori abituali e con chi ci guarda con interesse.