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Guido Ortona, economista, è stato professore di Politica economica presso l’Università del Piemonte orientale. Le sue ricerche hanno riguardato soprattutto le economie di tipo sovietico, l’economia del lavoro e l’economia comportamentale. Tra i suoi libri, da ultimo, I buoni del tesoro contro i cattivi del tesoro (Robin, 2016)
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Le leggi dell’economia in voga da 50 anni (in primis, l’efficienza dei mercati e l’esistenza di un equilibrio stabile) si sono rivelate sbagliate: per la decisiva ragione che viviamo in un ambiente dinamico in cui gli agenti interagiscono. Occorre costruire un nuovo paradigma. È quel che fa Mauro Gallegati nel suo ultimo libro.
Un sistema proporzionale puro, coessenziale alla democrazia, richiede, per funzionare in condizioni difficili, una regola di decisione in grado di sostituire quella del voto della maggioranza quando questa non c’è. Una regola esiste, e porta il nome di Condorcet. Ma occorre studiarne le implicazioni per arrivare a una proposta realistica.
La gravità della situazione impone un trasferimento di risorse a chi ne ha bisogno. Serve un’imposta di solidarietà sulla ricchezza finanziaria, diciamo del 5 x mille. Impossibile? Non credo. Forse anche i ricchi la accetterebbero. Ma i loro valletti in Parlamento non lo sanno.
La differenza fra entrate fiscali e spesa pubblica si avvia a essere, nella migliore delle ipotesi, pari al 3,5% del PIL. È circa quanto paghiamo annualmente per interessi sul debito (che dunque è destinato a restare invariato, con tutti i vincoli connessi). È possibile uscire da questo vicolo cieco?
Le politiche economiche dovrebbero avere come obiettivo quello di far star bene la gente. Non sempre è facile. In ogni caso, per provarci, occorre partire da alcuni dati di fatto: il debito pubblico e la sua entità, i vincoli europei, le scelte possibili e i loro effetti.
Premessa: Che fare? Sinistra ed economia. Le politiche economiche con cui la sinistra si propone di affrontare le crisi o di promuovere il benessere dei cittadini si sono sempre …