“La scelta”: un film sull’opera inutile e la gente comune

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Sono andato a vedere La scelta, il documentario di Carlo Augusto Bachschmidt, sulla Nuova Linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione. Sono andato a Bussoleno, a vederlo, in mezzo al popolo No Tav, dopo che era stato proiettato in anteprima al Torino Film Festival.

Che dire? Innanzitutto una premessa: non è la storia dell’opposizione all’opera inutile, ma solo un resoconto a spot di quello che è accaduto in valle e nelle aule giudiziarie negli ultimi dieci anni. Se ne deduce che è un po’ un’opera intima, difficilmente esportabile fuori dalla valle o dal Piemonte.

Ciò detto, se l’intento era quello di mostrare la realtà umana del movimento, che è tutt’altro che terrorista o violento, se l’intento era questo, e sicuramente lo era, il film è riuscito. Da una parte la gente comune che si batte, dall’altra la presenza oppressiva delle macchine e dell’esercito. Memorabile il monito lanciato da un valsusino a un poliziotto relativo al lavoro che fa al servizio di un’opera ingiusta. Da una parte la gente comune e dall’altra i politici che promettono e non mantengono (M5S). Qui lo Stato è straniero. Non so quanti No Tav di quelli che riempivano la sala a Bussoleno oggi vadano più a votare. Ormai, in questo angolo d’Italia, si è creata una frattura insanabile tra chi ha occupato il territorio millantando la necessità di una linea veloce e chi il territorio lo vive ogni giorno.

A proposito del millantare, è di questi giorni la notizia dell’abbandono dell’esperimento dell’alta velocità dedicata al trasporto merci, inaugurato in pompa magna nel 2018 sulla linea Marcianise-Bologna dal primo Governo Conte, quel Conte oggi indicato come la nuova sinistra (https://www.perunaltracitta.org/homepage/2022/12/06/cade-un-mito-soppressi-i-treni-merci-sullalta-velocita/?fbclid=IwAR20ylWTaG8advfPcW1iOhzzANNOPoIgCSMV14yGsk8tgIj9MoRsEP3z3zM). Qualcuno si ricorda le risate amare che noi No Tav ci facemmo quando si inventarono il trasporto merci a 300 km/h pur di giustificare l’opera inutile? Certo, rimane appunto la magra soddisfazione di averlo detto, di avere sempre avuto ragione contro la forza e le menzogne dello Stato con la esse minuscola. Restano alle future generazioni i fiumi di parole, i documenti e appunto film come La scelta.

Gli autori

Fabio Balocco

Fabio Balocco, nato a Savona, risiede in Val di Susa. Avvocato (in quiescenza), ma la sua passione è, da sempre, la difesa dell’ambiente, in particolare montano. Ha collaborato, tra l’altro, con “La Rivista della Montagna”, “Alp”, “Meridiani Montagne”, “Montagnard”. Ha scritto con altri autori: "Piste o peste"; "Disastro autostrada"; "Torino. Oltre le apparenze"; "Verde clandestino"; "Loro e noi. Storie di umani e altri animali"; "Il mare privato". Come unico autore: "Regole minime per sopravvivere"; “Poveri. Voci dell’indigenza. L’esempio di Torino”; "Lontano da Farinetti. Storie di Langhe e dintorni"; "Per gioco. Voci e numeri del gioco d'azzardo". Collabora dal 2011, in qualità di blogger in campo ambientale e sociale, con Il Fatto Quotidiano.

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