Andrea Ciattaglia (Torino, 1985), giornalista, lavora per la Fondazione promozione sociale onlus, organizzazione di promozione e difesa dei diritti dei malati e delle persone con disabilità non autosufficienti. Ha scritto con Maria Grazia Breda il libro “Non è sufficiente!” raccontando le storie di chi lotta per affermare il diritto alle cure negato da istituzioni e aziende sanitarie ai più deboli fra i malati.
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A due mesi dalla dichiarazione di cessata emergenza pandemica, i pazienti delle Rsa giungono al raccapricciante traguardo di quasi 900 giorni di più o meno rigido isolamento: oltre 28 mesi di restrizioni nei contatti con le famiglie, nell’accesso ai servizi fuori dalla struttura, nella condivisione di luoghi, esperienze con i propri cari. Eppure si potrebbe e dovrebbe fare altrimenti.
285,66 euro mensili sono del tutto inadeguati a garantire a persone totalmente inabili al lavoro i “mezzi necessari per vivere”. Ovvio, verrebbe da dire. Ma solo oggi, dopo quasi 50 anni, la Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità della norma che prevedeva tale importo.
Un bambino, portatore di una gravissima malattia, non viene riconosciuto dai genitori, che lo lasciano alle cure dell’Ospedale. Giornalisti, medici, religiosi si scatenano con parole per lo più incongrue. Dimenticando, anzitutto, la differenza tra “inguaribile” e “incurabile” e il senso di norme fondamentali a tutela dei minori.
Per la prima volta la Corte costituzionale è chiamata a pronunciarsi sull’importo della pensione di inabilità, inferiore a 300 euro al mese: un importo definito dalla Corte d’appello di Torino «non sufficiente a garantire il soddisfacimento dei più elementari bisogni della vita». L’importanza della decisione è di tutta evidenza.
La flat tax avrebbe effetti devastanti sul Servizio sanitario nazionale. La diminuzione delle entrate dello Stato comporterebbe, infatti, l’impossibilità di garantire la sanità pubblica ai titolari di redditi medi che dovrebbero ricorrere a sistemi assicurativi o mutualistici e aprirebbe la strada a una sanità di serie A e a una di serie B.
Il giudizio sulla giunta Chiamparino espresso con il voto del 26 maggio è stato impietoso. Difficile ipotizzare una bocciatura più netta. Tra le ragioni di una sconfitta annunciata non manca una politica miope e cinica che ha limitato in modo drastico il diritto all’assistenza, in particolare per gli anziani malati cronici non autosufficienti.