Val Susa: ancora a fuoco un presidio No Tav

Il 4 gennaio è andato a fuoco il presidio No Tav di San Didero. Dopo gli incendi di quelli di Borgone, di Bruzolo, di Vaie e dello spazio sociale VisRabbia di Avigliana. Tutti ovviamente ad opera di ignoti, e questa volta, di fronte a fari puntati, blindati, telecamere. Ma il movimento non si scoraggia: il presidio sarà presto risistemato e, intanto, si è ricominciato con una grande polentata.

Nebbia in Val Susa: tra sassi e manganelli

La notte del 12 aprile polizia e carabinieri in assetto da guerra hanno occupato l’area di San Didero destinata ad autoporto bloccando gli accessi e tentando di sgombrare il presidio No TAV. I valsusini accorsi sono stati respinti con lacrimogeni e manganelli. Ma politici e media mainstream deprecano la violenza dei No TAV.

Pensavo fosse un treno, invece era un camion

Sitaf e Telt hanno deciso: ci vuole un nuovo autoporto, da realizzare a San Didero, per sostituire quello di Susa che deve far posto ai cantieri del Tav. Opera inutile, ma l’allegra giostra deve continuare a girare, con la protezione dello Stato e della sua polizia. Cosa importano Covid e povertà se sono in ballo 49 milioni di euro?