Chiara Sasso vive e lavora in Val Susa ed è naturalmente impegnata nel Movimento No Tav. Attiva nel mondo dell'ambientalismo, è tra i fondatori del Valsusa Filmfest e fa parte del coordinamento della Rete dei Comuni solidali (Recosol). Presidente della Fondazione "E' Stato il Vento", è autrice di numerosi libri su temi sociali e ambientali tra cui Riace, terra di accoglienza (Edizioni Gruppo Abele, 2012), Trasite, favorite. Grandi storie di piccoli paesi. Riace e gli altri (Carta/Intra Moenia, 2009) e Le mucche non mangiano cemento. Viaggio tra gli ultimi pastori di Valsusa e l'avanzata del calcestruzzo (con Luca Mercalli, SMS, 2004).
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Fulvio non c’è più. Se ne è andato investito da un’auto davanti al presidio di Venaus, il luogo dove aveva scelto di vivere e di accogliere tutti i no Tav che transitavano da quelle parti. Il suo funerale è stato, come lui avrebbe voluto, un incontro privo di retorica, all’insegna di ricordi, di prese in giro, di risate. Perché, come ha detto qualcuno, abbiamo la fortuna, nonostante tutto, di vivere in una comunità bella e forte.
Adonella Marena se ne è andata. Già insegnante di storia, dagli anni Ottanta si è dedicata al teatro e al cinema. È stata un’autrice militante e si è occupata in particolare di sociale, di donne, di intercultura, di memoria, di ecologia. Ha filmato tutto del movimento No Tav, a cominciare dall’indimenticabile “Indiani di Valle” del 2005.
A Polizzi, nel cuore del parco della Madonia, di nuovo, dopo 18 anni, l’assemblea della Rete dei Comuni Solidali. Sono arrivati da tutt’Italia: amministratori, operatori, associazioni, cittadini. Per confrontarsi e raccontare le proprie esperienze sul territorio finalizzate all’accoglienza e alla solidarietà. Con cento progetti di rigenerazione umana e urbana.
Due pullman e diverse auto. Tutti a Aix-Luynes con Marinella per incontrare Emilio, detenuto per il delitto di solidarietà verso i migranti. Poi, improvvisa, la notizia: Emilio è stato scarcerato per nullità del mandato d’arresto europeo. Si parte lo stesso e si festeggia tra le bandiere No Tav.
Il 4 gennaio è andato a fuoco il presidio No Tav di San Didero. Dopo gli incendi di quelli di Borgone, di Bruzolo, di Vaie e dello spazio sociale VisRabbia di Avigliana. Tutti ovviamente ad opera di ignoti, e questa volta, di fronte a fari puntati, blindati, telecamere. Ma il movimento non si scoraggia: il presidio sarà presto risistemato e, intanto, si è ricominciato con una grande polentata.
Laboratorio Val Susa. Con un blitz spettacolare e surreale, Emilio Scalzo, esponente No Tav colpito da un mandato di arresto europeo per un fatto commesso in una manifestazione in Francia, viene prelevato da casa, dove si trova agli arresti domiciliari in attesa di estradizione, e tradotto in carcere: non per violazione di obblighi ma per le iniziative di solidarietà in corso nei pressi di casa sua.
Chi sono i terroristi? “Il movimento No Tav e i suoi aderenti” dichiara, confidando nell’impunità dei potenti, il direttore de “la Repubblica” Maurizio Molinari. Tempo di organizzarsi e poi, da ieri, centinaia di valsusini corrono a comprare la marca da 3,92 euro da apporre sull’atto di querela. Venerdì è il gran giorno: direttore, noi intanto ti quereliamo (e saremo centinaia)!
Due giorni fa Emilio Scalzo non è tornato a casa a Bussoleno. È stato arrestato per strada da quattro volanti della polizia in forza di un mandato di arresto finalizzato all’estradizione in Francia: l’accusa è di aver aggredito un gendarme francese durante una manifestazione in favore di migranti al confine fra Clavière e Monginevro. A questo servono i trattati europei?
Lavorare tutto il giorno in aperta campagna, in piena estate, sotto il sole senza avere a disposizione acqua corrente per bere e lavarsi. Vivere in ghetti, senza diritti. È la condizione di gran parte dei migranti stagionali che lavorano nell’agricoltura. Qua e là si mobilitano alcune realtà locali. Che vale la pena sostenere.
Anche questo 25 aprile è stato, in Val Susa, un giorno di impegno, oltre che di memoria. Prima l’incontro solidale con chi sostiene i migranti su un altro confine, a Trieste; poi un grande corteo no Tav, con le sezioni Anpi della Valle schierate in difesa dei diritti e contro la militarizzazione del territorio. La Resistenza è oggi.