Migranti. Respingere significa uccidere

Dobbiamo ripeterlo: le singole morti, i singoli naufragi non sono altro che i tasselli attraverso cui si attua una politica concordata tra i Governi dell’Occidente. Per noi, per i nostri Governi i migranti sono, nel migliore dei casi, cioè se muoiono nel viaggio, dei vuoti a perdere; nel peggiore, cioè se malgrado tutto arrivano, dei sovversivi che accampano un diritto da noi quotidianamente calpestato: il diritto a vivere.

Mediterraneo. La “strage dei bambini” tra tribunali e politica

L’11 ottobre 2013 in un naufragio al largo di Lampedusa persero la vita 286 persone di cui 60 bambini. 9 anni dopo il Tribunale di Roma, pur in una sentenza di prescrizione, ha accertato la responsabilità dei funzionari delle sale operative marittime che ignorarono le richieste di aiuto dei migranti in pericolo. Ma i responsabili veri della strage sono le politiche di respingimento e chi le sostiene.

Annegare nell’indifferenza

Le morti nel Mediterraneo continuano con un ritmo impressionante. Ma le autorità italiane ritirano nelle acque territoriali i mezzi navali in passato utilizzati per il salvataggio e ostacolano in ogni modo l’intervento delle navi delle organizzazioni umanitarie. La cultura del rifiuto e dell’intolleranza sembra vincente.