Era la primavera di un anno fa. L’Italia sprofondava, letteralmente, nella pandemia da Covid 19. Mancava tutto e gli ospedali, pieni all’inverosimile, non riuscivano a far fronte nemmeno ai casi più urgenti. Tra gli aiuti internazionali che arrivarono in quei giorni ci fu una spedizione di medici cubani accorsi, in particolare a Torino e a Crema. Così l’ha descritta un anno dopo, in una lettera al presidente del Consiglio, la sindaca di Crema (https://volerelaluna.it/in-primo-piano/2021/04/05/crema-non-volta-le-spalle-a-cuba-una-lettera-della-sindaca/): «Un anno fa la Brigata Henry Reeve, con 52 medici ed infermieri cubani, è arrivata in soccorso della mia città, Crema, della mia gente, del nostro Ospedale, aggrediti e quasi piegati dalla prima ondata pandemica. I sanitari cubani si sono presentati in una notte di marzo dalle temperature rigidissime, in maniche di camicia, infreddoliti ma dignitosi. Avevano attraversato l’Oceano per condividere un dramma che allora ci appariva quasi senza rimedio e le giornate si consumavano in un clima di morte. Anche oggi è così, ma dodici mesi fa il nemico era oscuro e sembrava onnipotente, la scienza non aveva ancora trovato le contromisure. Oggi vediamo la luce, allora eravamo in un racconto dall’esito incerto. In una sola notte, grazie alla solidarietà dei cremaschi e delle cremasche, li abbiamo vestiti ed equipaggiati. Da quel momento e per oltre due mesi si sono sigillati in un Ospedale da campo, montato di fianco al nostro ospedale, gomito a gomito coi nostri sanitari, per prestare cure e supporto alla popolazione colpita dal virus, generando una risposta di coraggio nelle persone, che in quei mesi si è rivelata decisiva. È stato quello il primo vaccino per noi cremaschi! E non appena la pressione sull’ospedale è diminuita, gli stessi amici cubani si sono immediatamente convertiti all’intervento sul territorio».
L’Italia se ne è presto dimenticata e il 23 marzo scorso ha voltato le spalle a Cuba votando contro una risoluzione presentata al Consiglio per i diritti umani dell’Onu per chiedere lo stop dell’embargo di alcuni paesi tra cui Cuba, sottoposta da 61 anni a blocco economico da parte degli USA. Il perdurare dell’embargo ha messo in ginocchio l’isola caraibica sotto il profilo economico, sotto quello sociale e anche sotto quello sanitario. L’Organizzazione panamericana della salute (Ops), denuncia «un drammatico aumento» dei casi di Covid nell’ultima settimana. «I contagi e le morti – afferma la direttrice dell’Ops, Carissa Etienne – stanno aumentando vertiginosamente»: solo nell’ultima settimana ci sono stati più di 43 mila casi, il 21 per cento in più rispetto alla settimana precedente. La media di oltre 6 mila casi al giorno è la più alta da marzo 2020. La campagna di vaccinazione con Soberana è partita ma il sistema sanitario è gravemente debilitato e la popolazione è esasperata.
In questa situazione il sindacato cubano (Ctc) ha fatto pervenire alle organizzazioni dei lavoratori europei una richiesta di aiuto, con un elenco di beni di prima necessità e soccorso medico: siringhe da 2ml, 5ml, 10ml, 20ml; monitor di sorveglianza per pazienti critici; cotone idrofilo; regolatori di ossigeno, garze, mascherine, cerotti, antibiotici Rocefin, saturimetri, guanti chirurgici e da visita, ventilatori polmonari ad alte prestazioni e non invasivi, termometri.
La richiesta è stata accolta dalla Cgil che ha lanciato una campagna di raccolta fondi per l’acquisto dei beni necessari da spedire all’Avana con un aereo entro la fine di agosto (https://www.collettiva.it/copertine/internazionale/2021/07/22/news/aiutare_cuba_che_aiuto_l_italia-1328495/ . «L’aereo dovrebbe partire da Madrid – spiega Sergio Bassoli dell’area internazionale Cgil – ma, se la campagna funzionerà, stiamo ragionando anche sull’invio di un container via mare, in un secondo momento. Si tratta di una iniziativa umanitaria non solo italiana, ma in cui stiamo coinvolgendo anche altri sindacati europei. Le Comisiones Obreras spagnole hanno già aderito, e arriveranno risposte anche dall’Ugt, dal Portogallo, dalla Francia, dal Belgio, solo per citare le prime organizzazioni contattate». Lo slogan della campagna ricorda l’aiuto dei medici e infermieri cubani della primavera estate 2020: «Ieri ci avete aiutato voi, oggi tocca a noi». E risuonano le parole della sindaca di Crema nella lettera già ricordata: «“La nostra Patria è l’umanità”, con queste parole ci avevano salutato i nostri Hermanos de Cuba arrivando a Crema ed io le chiedo, caro Presidente, qual è la nostra, di Patria, se l’opportunismo e la realpolitik ci impediscono di rispondere in termini di reciprocità ai benefici ricevuti e alla solidarietà che un Popolo assai più umile, più povero e con molti meno mezzi del nostro, ma ricco di dignità, umanità ed orgoglio, ci ha donato in uno dei momenti più drammatici della nostra storia repubblicana».
Le donazioni saranno raccolte nel conto corrente dedicato a Cgil-Solidarietà Cuba (IBAN: IT22W0103003201000002777900), intestato a: CGIL Nazionale.