Ken Loach e la caccia alle streghe

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«Lo stato maggiore laburista ha infine deciso che non sono adatto a far parte del loro partito, poiché non rinnegherò quelli che sono stati già espulsi. Ebbene, sono orgoglioso di stare con i buoni amici e compagni vittime dell’epurazione. C’è davvero una caccia alle streghe» (https://ilmanifesto.it/labour-lera-delle-purghe-ken-loach-cacciato-dal-partito/). Queste le parole del regista Ken Loach a commento della sua espulsione dal Partito Laburista britannico. La notizia è passata pressoché inosservata, in questo mondo dei media sempre più allineato col potere, in cui “passano” solo le notizie gradite e spesso anzi le notizie vengono anche manipolate.

Ken Loach, per chi non lo conoscesse, è uno dei maggiori registi britannici, e la sua filmografia è sempre stata caratterizzata da una attenzione massima per i perdenti della nostra società. Senza peraltro mai calcare la mano, ma anzi quasi sempre con toni lievi, Loach ha evidenziato in oltre cinquant’anni di carriera le ingiustizie del capitalismo, sotto forma di condizioni di lavoro, di condizione della donna, di trattamento degli immigrati, di mancato rispetto per l’ambiente. E, politicamente, ha sempre militato nel Partito Laburista, salvo il periodo in cui a capo vi era Tony Blair.

Oggi Loach è stato espulso, in quanto rappresentante di quell’ala del partito che si riconosceva in Jeremy Corbyn, e ultimamente, è stato altresì accusato di antisemitismo, come altri intellettuali quali i musicisti Brian Eno e Roger Waters (https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-equiparare_lantisionismo_allantisemitismo_permette_ad_israele_di_agire_senza_limiti/5496_41537/) solo perché contrario alla politica espansionista di Israele e invece favorevole alla creazione di uno stato autonomo palestinese.

Un segno dei tempi questa espulsione, del resto in linea con l’abbraccio della “sinistra” al turbocapitalismo in qualsiasi paese del mondo. E chi è contro viene tacitato, o emarginato, o espulso a seconda delle condizioni. È la conferma che una sinistra – intesa nel senso di equa distribuzione dei redditi e attenzione all’ambiente – non esiste più, ammesso sia mai esistita, del che dubito fortemente. Singolare che in un periodo storico in cui più si assale la Madre Terra, in cui aumenta drasticamente il divario fra ricchi e poveri, in cui le condizioni di lavoro sono sempre peggiori, in cui aumentano i flussi migratori, i partiti – tutti e ovunque – si attestino sulle posizioni dei signori dell’economia capitalista.

Gli autori

Fabio Balocco

Fabio Balocco, nato a Savona, risiede in Val di Susa. Avvocato (in quiescenza), ma la sua passione è, da sempre, la difesa dell’ambiente, in particolare montano. Ha collaborato, tra l’altro, con “La Rivista della Montagna”, “Alp”, “Meridiani Montagne”, “Montagnard”. Ha scritto con altri autori: "Piste o peste"; "Disastro autostrada"; "Torino. Oltre le apparenze"; "Verde clandestino"; "Loro e noi. Storie di umani e altri animali"; "Il mare privato". Come unico autore: "Regole minime per sopravvivere"; “Poveri. Voci dell’indigenza. L’esempio di Torino”; "Lontano da Farinetti. Storie di Langhe e dintorni"; "Per gioco. Voci e numeri del gioco d'azzardo". Collabora dal 2011, in qualità di blogger in campo ambientale e sociale, con Il Fatto Quotidiano.

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3 Comments on “Ken Loach e la caccia alle streghe”

  1. i vari partiti laburisti sparsi per l europa non hanno nulla a che fare con i laburisti del secolo scorso, soprattutto in tema di guerra o peacekeeping, se si preferisce un termine
    piu ambiguo e di distrazione di massa.

    un po come la distinzione tra democratici e repubblicani negli usa. qualche differenza nei proclami, nelle politiche sono divenuti pressoche indistinguibili.
    il premio nobel per la pace(!) Obama ha raddoppiato il contingente USA in afghanistan,
    cosi come Blair – sulla base di accuse rivelatesi poi costruite ad arte per costruirsi consenso e poi risultate prive di fondamento – ha attaccato l iraq. lo stesso dicasi per la primavera araba.

    Ken Loach, persona da sempre di cristallini ideali, nulla ha a che spartire con questi nuovi “laburisti”. la sua espulsione dal partito corona la sua fedeltá a ideali che non hanno tempo né scadenza, ai quali ha dedicato una vita , anche professionalmentee.

    di fatto la sua espulsione é una sorta di medaglia d oro al laburismo, il vero laburismo.
    é l unico che fa film controcorrente, che non seguono le onde mediatiche del momento …

  2. Allora noi italiani possiamo dirci fortunati, dacchè la sedicente “sinistra che conta” non è preda di qualche Matteo ma di qualche Letta. L’abbiamo scampata bella, non ci hanno asfaltati come i post(?)-blairiani inglesi che si vendicano del povero Corbyn e delle speranzuole da questo alimentate. O no? Forse da noi l’asfalto dominava già da un po’?
    Alle sardine l’ardua sentenza (come siamo messi bene…)

  3. Ma dai!…E io che pensavo che l’espulsione di Loach fosse colpa di quegli ignoranti e barbari populisti dei 5stelle!…

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