Franco Ippolito, già magistrato e presidente di sezione della Corte di cassazione, è attualmente presidente della Fondazione Basso.
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I funesti effetti di Versailles nella prima metà del ‘900 hanno insegnato che dai conflitti e dalle tragedie belliche si esce soltanto con accordi che guardino al futuro e coinvolgano l’intera comunità internazionale. Per la guerra in Ucraina occorre, con urgenza, una Conferenza di pace. A quando una iniziativa dell’Unione Europea e dell’Italia?
Qualunque sia l’esito del referendum, dovremo ripartire. Rimboccandoci le maniche, per riparare i guasti e indicare i rimedi, per rilanciare la battaglia per una democrazia costituzionale pluralista e conflittuale, che ponga al centro del sistema l’organo della rappresentanza politica e i soggetti del pluralismo.
L’anno scorso il Tribunale Permanente dei Popoli si è pronunciato sulla situazione nel sud-est dell’Anatolia, riconoscendo la responsabilità dello Stato turco per: negazione al popolo curdo dell’identità e del diritto all’autodeterminazione, massacri, deportazioni di massa, omicidi, esecuzioni extragiudiziarie, sparizioni forzate. Nonostante questo l’Europa continua a sostenere la Turchia con armi e finanziamenti.
Si moltiplicano nel mondo violazioni macroscopiche di diritti di persone e collettività. Sono indubbiamente dei crimini, ma difficilmente rientrano nella categorie del diritto penale. Di qui la necessità di forme alternative per condannarli, per dare voce alle vittime e per mobilitare l’opinione pubblica sulle loro cause.
Sono passati 40 anni dalla scomparsa di Lelio Basso. Ci resta l’insegnamento di un politico anomalo nella sinistra, di un intellettuale inquieto e colto, di un dirigente politico alla ricerca continua di nuovi strumenti per la liberazione della classe lavoratrice e dei popoli. E ci resta il laboratorio culturale della Fondazione che porta il suo nome.