Reporter per il quotidiano torinese La Stampa, caposervizio esteri. È stato corrispondente da Parigi e inviato di guerra. Nell'agosto 2011 viene rapito in Libia e liberato dopo due giorni, il 9 aprile 2013 di lui si perde ogni traccia mentre si trova in Siria come inviato di guerra, il 6 giugno viene diffusa la notizia che è ancora vivo E Viene infine liberato l'8 settembre 2013, dopo 5 mesi di sequestro. Nel 2015 vince la sezione saggistica del Premio Brancati con "Il grande califfato". Nel 2016 in chiusura delle Giornate degli Autori della Mostra del Cinema di Venezia, viene presentato fuori concorso il documentario Ombre dal Fondo diretto da Paola Piacenza in cui di fronte alla telecamera Domenico Quirico ripercorre il suo rapporto con il giornalismo e il rapimento in Siria. Tra le sue numerose opere: Squadrone bianco. Storia delle truppe coloniali italiane, Mondadori, 2003; Adua. La battaglia che cambiò la storia d'Italiai, 2004; Primavera araba. Le rivoluzioni dall'altra parte del mare, 2011; Il paese del male. 152 giorni in ostaggio in Siria, 2013; Il grande califfato, 2015. Esodo. Storia del nuovo millennio, 2016; Succede ad Aleppo, 2017; Morte di un ragazzo italiano - In memoria di Giovanni Lo Porto, Neri Pozza, 2019; La sconfitta dell'Occidente, con Laura Secci, 2019.

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Pacifismo

Il pacifismo arcaico

Il pacifismo è rimasto all’epoca della sfilata di rassegnata testimonianza, allo striscione con i colori arcobaleno. E invece bisogna cambiar metodo, diventare aggressivi, incalzanti, far guerra alla guerra con gli stessi metodi totali. Bisogna denunciare sugli striscioni i nomi e i fatturati da un anno a questa parte delle industrie della «sicurezza», gli stipendi dei loro manager, spiattellare i misteri dei dividendi, i collegamenti con la politica, la finanza, il malaffare.

Iraq. 20 anni senza un perché e la menzogna democratica

L’invasione americana e inglese dell’Iraq del 20 marzo 2003 si basava su prove false. Ora lo sappiamo. Una propaganda avvelenata e menzognera ci corruppe. Siamo entrati da allora in una epoca di dissoluzione. Quella guerra ha distrutto molto, uomini sentimenti valori, non siamo stati in grado di ricostruire granché. E dopo venti anni siamo di nuovo in guerra. Incapaci di distinguere ormai verità e bugie.

In Ucraina è tempo dei carri armati

Forse, in Ucraina, non c’è più nulla da fare. Dieci mesi fa qualche ingenuo si attardava a discutere se la mitragliatrice fosse un’arma difensiva. Ma quando il meccanismo si avvia non c’è più limite e si alimenta da solo. La scena degli “aiuti” è occupata da contraerea, obici campali che sparano a 300 chilometri, missili antinave e blindati. Ormai mancano solo i cacciabombardieri. Ma sta per venire il loro turno.

​Migranti. Le urla di Abdul, torturato in quel lager chiamato Libia

Un video: un ragazzo tigrino viene torturato lungamente, in una luce pallida, malata, gialliccia da mani senza volto con scariche elettriche al collo, al petto, dappertutto. Vogliono soldi dalla sua famiglia, per liberarlo o forse solo per non torturarlo più. Conosco, mio malgrado, quei luoghi, le prigioni per i migranti, gli uomini feroci a cui noi, che diciamo di odiare l’ingiustizia, li abbiamo consegnati da anni.

Quando il baratro si avvicina la pace diventa possibile

Putin ha perso la guerra e come tutti i tiranni sa che lo aspetta il tradimento dei suoi e la solitudine. Zelensky non l’ha ancora vinta. Ora chi sostiene i due nemici dovrebbe imporsi per evitare l’uso dell’atomica. È nel momento in cui più si avvicina il baratro, irrimediabile, talmente profondo che non riusciamo nemmeno a misurarlo, che la pace diventa possibile.

verità

La verità che fa male

La Russia è stata espulsa dal Consiglio che si occupa dei diritti umani, e se l’è meritato per l’aggressione all’Ucraina. Ma altri paesi dalle politiche altrettanto inumane vi sono rimasti, a cominciare dall’Arabia Saudita che addirittura lo presiede e si macchia di crimini orrendi. Non possiamo chiudere gli occhi solo perché è nostro alleato. E massacra con armi prodotte da noi.

guerre parallele

Guerre parallele

Unione Europea e Stati Uniti combattono in Ucraina due guerre parallele e diverse: l’Europa per l’indipendenza ucraina, gli USA per spazzar via Putin. Un progetto ambizioso di cui l’Ucraina, è amaro dirlo, non è che lo scenario geografico e a cui fornisce il materiale umano. Ne sono conferma le ultime mosse di Biden che sembra disposto ad alzare il livello dello scontro.