La gestione privatistica degli spazi pubblici è ormai un carattere ricorrente delle nostre città, per molteplici ragioni lunghe da spiegare in questa sede.
Ferrara è una importante città storica che sta vivendo un conflitto tra due diverse idee di città e di futuro, con una amministrazione cittadina guidata da Lega e Fratelli d’Italia, e un gruppo numeroso di cittadini e associazioni che hanno avviato un’esperienza di “cittadinanza attiva” che ha generato il Forum Ferrara Partecipata. Il Forum è nato un anno fa in opposizione a un progetto (FéRIS) controverso e speculativo di rigenerazione urbana (che prevedeva la costruzione, nel vallo delle mura storiche, di un nuovo ipermercato, un parcheggio e uno “studentato privato”) presentato dalla amministrazione comunale come operazione di interesse pubblico. Il progetto è stato ritirato e oggi l’attenzione del Forum è incentrata sul futuro della città, con gruppi al lavoro su strumenti urbanistici e strategie urbane, ignorati dall’amministrazione. Uno dei temi approfonditi riguarda il diritto dei cittadini all’uso dello spazio pubblico. Recentemente si è svolto il concerto di Bruce Springsteen in un parco urbano ricco di biodiversità, che ha richiamato 50 mila persone, che hanno devastato uno spazio già fragilizzato dalle recenti abbondanti piogge. Il parco pubblico è chiuso al pubblico da tre mesi: prima per l’allestimento del palco e ora per i lavori di ripristino del verde. Inoltre, a giugno è iniziata la seconda edizione del Ferrara Summer Festival che, per un mese e mezzo, trasforma la principale piazza della città, con la sua Cattedrale gotico-romanica e il campanile rinascimentale attribuito all’Alberti, in un’arena con strutture che impediscono di vedere i monumenti mentre la piazza viene chiusa a cittadini e turisti impedendone la fruizione.
La città è stata quindi trasformata in un luogo di eventi che impediscono (o limitano fortemente) la fruizione dello spazio pubblico. Lo spettacolo di Springsteen pone il tema dell’opportunità di svolgere eventi di massa in luoghi ambientalmente e paesaggisticamente sensibili, mentre i concerti pongono il problema dell’uso improprio degli spazi monumentali e soprattutto la loro privatizzazione. È lecito dunque chiedersi: “di chi è la città?”
Il primo evento porta con sé il tema della biodiversità e del valore che le vogliamo attribuire nella nostra cultura e nelle nostre aree urbane. La biodiversità è un obiettivo strategico del Green Deal Europeo. Se si vuole puntare sul rafforzamento naturale di spazi pubblici, come il parco ferrarese, va messo in conto che i processi di “naturalizzazione” rafforzano la biodiversità, quindi va perseguita coerentemente altrimenti meglio non dichiararla nei documenti di indirizzo. Cosa sarebbe successo se Ferrara fosse stato l’epicentro delle piogge torrenziali romagnole di alcune settimane fa, con 50 mila persone in viaggio verso la città? Governare un territorio significa certamente “fare” ma anche “prevedere”.
La seconda argomentazione riguarda l’uso improprio degli spazi urbani storici. Il Sindaco di Ferrara ha dichiarato che molti artisti chiedono location pubbliche di prestigio per i loro concerti. Questo pone un interrogativo sull’etica di questi artisti e sul perché una città debba essere ostaggio di un agente di spettacolo. Spazi alternativi non mancano e un’amministrazione ha il dovere di scegliere nel rispetto delle esigenze di tutta la cittadinanza e non solo di qualche categoria economica. Ferrara è un sito Unesco e i 25 concerti previsti nel suo centro non sono solo un insulto alla bellezza della città, trasformata in una discoteca da spiaggia, con annessa anche la terrazza vip, ma sono anche pericolosi per la salute dei cittadini che vivono nel centro. Le normative vigenti ci dicono che le sorgenti di rumore da attività produttive o commerciali nelle zone prevalentemente residenziali devono essere limitate ed è noto che i concerti normalmente stanno tra i 100 e i 120 decibel mentre a 110 decibel si possono verificare danni all’udito anche dopo soli due minuti di esposizione. Normalmente la rumorosità notturna non deve superare i 40 decibel, oltre a questo limite si può parlare di disturbi del sonno, a 55 db (corrispondente a una strada rumorosa) i danni alle persone aumentano agendo sulla pressione arteriosa, il rischio di infarti, i disturbi psichici e i bambini e gli anziani sono i più esposti. Il primo concerto è finito alle ore 1.45.
Lo spazio pubblico è il luogo dove si esplicitano le pratiche di appropriazione sociale della città. La qualità di queste pratiche è pertanto un indicatore di civiltà. L’esperienza ferrarese di questi anni mette in luce però un altro approccio dimostrando che a una pratica di governo condivisa e dialogante, si preferisce una pratica di comando dove l’idea di “cittadinanza attiva” è sostituita con quella di “soggetto portatore di interessi” (stakeholder), quindi selettivo, e scelto sulla base di un interesse particolare che si sovrappone all’idea di “città come bene comune”. Si esalta il “culto del fare” ma, come e per chi, lo stabilisce chi comanda. Questo atteggiamento non è conservatore o progressista (viene usato in entrambi i campi) ma è tipico di una visione neoliberale dello sviluppo (e della rigenerazione urbana) dove l’economia e la sua finanziarizzazione, hanno di fatto sostituito la politica e trasformato il cittadino in consumatore. Il diritto alla città, di conseguenza, tende a divenire una questione di censo che alimenterà le disuguaglianze. Imporre 25 concerti, tra giugno e luglio, nel cuore storico di una città è un sopruso e una violenza intollerabile e a noi viene detto che questo accade perché sono gli artisti che vogliono esibirsi guardando gli straordinari monumenti storici della città mentre a noi rimane la visione di tubi innocenti, bagni chimici di vari colori, tendoni neri, distese di attrezzi per spillare la birra e sedie di plastica che occupano lo storico listone della piazza di Ferrara.
Condivido l’ ottima argomentazione sul significato e valorò dello spazio pubblico e urbano. Io proporrei la costruzione fuori città di un’ Arena , proprio per adibirla a concerti, eventi pubblici fruibili da un pubblico numeroso . Ritengo giusto che la Piazza di Ferrara rimanga un salotto godibile da cittadini e turisti!
Sempre nei limiti del rispetto altrui, non trovo così negativa vivacizzare la città con concerti nelle dierse piazze storiche. A Lucca da anni va avanti il Summer Festival sia in Piazza Napoleone che attorno ai bastioni, senza lamentele di cittadini , anzi la città ne ha beneficiato a livello turistico e quindi economico. Pisa che invece ha centrato il suo turismo solo sulla Torre, quindi mordi e fuggi, negli anni passati per le lamentele dei cittadini ha visto il suo centro storico abbandonato e dove è fiorita una piccola criminalità che rende problematico il fruire di quegli spazi. Se ci fossero più concerti, più teatro di piazza (non necessariamente da attrarre migliaia di persone), la vivibilità della città ne trarrebbe vantaggio come è stato negli anni 70 con amministrazioni PCI-PSI. Come nel caso dell’austerità e come diceva il Prof. Pianta della Normale su Il Manifesto, non lasciamo che anche la cultura e la rivitalizzazone delle città sia fatta dalla destra (a Pisa per ben due mandati il sindaco è Leghista con campagna elettorale sulla sicurezza) che sta riportando concerti e festival nei centri storici, dove i governi cittadini di centrosinistra recenti avevano anche loro puntato sulla sicurezza mettendo telecamere da tutte le parti (su richiesta dei residenti e commercianti, invece di andare dal centro alle periferie con manifestazioni culturali di interesse per i giovani soprattutto.
concordo.
Aggiungerei quanto ho avuto modo di dire in varie circostanze in tema di ‘fruizione coatta’ e sul ‘venire a cadenza’ della festa, che viene violentato. Vedi ad es.: “Fermate questo evento, voglio scendere! Qualche nota sulla fruizione coatta” –> http://www.psychiatryonline.it/node/6247
Proposta: Perchè non creare un movimento che confluisca nel più ampio movimento per la difesa dell’ambiente?
Dino Angelini
Condivido totalmente. All’interesse dei cittadini e dei turisti di visitare a apprezzare il centro cittadino, si sommano i rischi che i monumenti corrono. Abbiamo già visto teatri briciati e incisioni ‘private’ su monumenti storici.
PERO’ TUTTO QUESTO È MOLTO LIMITATO NEL TEMPO MOLTO APPREZZATO E PORTA BENEFICIO ALL’ECONOMIA CHE IN UNA CITTÀ COME FERRARA RISULTA EQUILIBRATO.
La città di Ferrara ha una ricca tradizione di attività culturali nelle piazze, ma un conto è l’allestimento dell’ Orlando Furioso di Luca Ronconi nella piazza del castello (anni 70) o i concerti dei Busker nel centro storico, o la conferenza del giornalista importante nella piazza municipale durante il Festival di Internazionale : tutti eventi culturali e di spettacolo che arrichiscono la città. Diverso per l’impatto degli impianti, mezzi pesanti che transitano, persone e decibel di un concerto di Zucchero, Ramazzotti o Peggy Gou (durato fino alle 2 di notte) nella piazza storica, soprattutto se questo dura 40 giorni con chiusura della piazza dalle 18 alla fine del concerto; spostamento delle attività del mercato settimanale (che è un grande attrattore di persone), spostamento delle linee di trasporto pubblico, usate molto da persone anziane, che collegano il centro alle località periferiche. A Ferrara esistono luoghi alternativi ma forse non sono mediatizzabili o non piacciono agli agenti degli artisti. Abbiamo anche uno stadio che può ospitare la seria A. In ogni caso i vialetti pedonali del Parco urbano (ricco di biodiversità) distrutti durante il concerto di Springsteen li stanno ricostruendo ma allargandoli a 6 metri, li stanno insomma trasformando in strade per consentire in futuro il passaggio dei mezzi pesanti dei nuovi grandi eventi. Nessuno dell’amministrazione l’ha detto ma il sospetto è reale.
Rivoglio la mia città, la Rivoglio per il suo silenzio , per il suo odore per le sue persone gentili ,rivoglio il suo senso unico di cultura perché questi usi dei concerti passano come bulldozer e non lasciano nulla solo macerie nel mondo fragile di questa mia città scrigno ,che ho scelto e che vivo con amore da quarantacinque anni .Non è vero che il rock abbia bisogno di frantumare l’equilibrio dei luoghi e delle persone per esistere . Il rock quello vero è vita e gioia e lotta. C’è in questa città una maggioranza silenziosa che viene violentata da tutto questo con la illusione che il denaro possa sanare il malessere sociale che la opprime . Ma non è così bisogna ripartire dal basso dal ridare dignità alle persone e questo non si ottiene svendendo secoli di storia per qualche palloncino colorato che nell’ arco di una notte si sgonfia. Crediamoci di più siamo seduti sul tesoro. Con umiltà torniamo a scavare . Il resto è noia noia noia .Amiamola di più questa nostra piccola e accogliente città ,altrimenti scompare : nei luoghi e nelle menti.