Il 19 aprile, in Consiglio Regionale del Piemonte è stata approvata la legge di bilancio preventivo 2023-2025 che contiene, tra l’altro, il raddoppio dello stanziamento per il “Fondo Vita Nascente”, da 460mila euro del 2022 a un milione di euro per il 2023.
Un po’ di storia. È dal giugno 2019, giorno del suo insediamento nella Giunta Regione Piemonte, che l’assessore Maurizio Marrone (Fratelli d’Italia) si adopera per arrivare a legiferare contro la libertà e l’autodeterminazione delle donne se diventare madri o meno prevista dalla legge dello Stato 194 del 1978. La scuola che questo assessore ha frequentato è una potentissima e molto ricca lobby integralista europea e mondiale. Per la restaurazione dell’ordine naturale… Li abbiamo visti all’opera nel 2019 a Verona al Congresso mondiale delle Famiglie, con Meloni e Salvini sul palco.
Marrone ci ha messo tre anni per arrivare al risultato rincorso (l’ha detto lui stesso) anche perché l’opposizione in Consiglio Regionale (non tutta, purtroppo) e la società civile hanno cercato di frapporsi in ogni modo con eccezioni giuridiche, manifestazioni e presìdi. Nel novembre 2020, a Torino, 51 fra associazioni e luoghi della società civile (femministe, soggettività Qlgbt+, laici, circoli Anpi e Arci eccetera) si sono messi in Rete. L’abbiamo denominata Rete+di194voci e in questi quasi tre anni abbiamo fatto molto rumore… I numeri però sono numeri e la destra ha la maggioranza. Nel novembre 2022 entra in vigore la legge regionale n. 6/2022 che all’articolo 19 recita “Contributi a terzi finalizzati alla promozione e realizzazione di progetti mirati al superamento delle cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione della gravidanza”. 400mila sono gli euro stanziati. Poco dopo ne sono stati aggiunti altri 60mila destinati ai quattro Enti Gestori cioè Comuni importanti e consorzi. Il 25% dei fondi attribuiti resta nella disponibilità delle associazioni per attività di comunicazione (cioè propaganda) e consulenze. Sui media Marrone esulta con slogan tipo: 100 bambini in più in Piemonte… Come se 3000 euro ciascuna per 11 mesi di vita del bambino rappresentassero un valido aiuto a convincere le donne… È sconcertante la totale mancanza di rispetto nei confronti delle donne. Viene istituito il Fondo Vita Nascente che lancia il suo primo bando. Lo vincono gli Enti Gestori e 15 associazioni al 99% dichiaratamente anti-abortiste. Si sono fatti avanti tanti CAV (Centri Aiuto Vita) sparsi per il Piemonte e il potente Movimento per la Vita diretto in Piemonte da Walter Boero. È un paradosso: questi consessi hanno sempre nella loro denominazione la parola “vita”, come se tutte e tutti quelli che vogliono difendere la libertà delle donne rappresentassero la morte!
In quest’ultima campagna elettorale, in più occasioni Giorgia Meloni ha promesso che si sarebbe ispirata al “modello Piemonte” per affrontare il tema della natalità e più volte ha ribadito che non avrebbe toccato la legge 194. Proprio applicando il “modello Piemonte” è chiaro che non è necessario modificare la legge 194: è sufficiente ricominciare a colpevolizzare le donne che intendono abortire, non occuparsi di rimpiazzare l’altissimo numero di obiettori di coscienza e non applicare le Linee Guida emanate dal ministro Speranza durante il covid sull’uso della RU486 (metodo farmacologico) nei consultori e non finanziarli. Se poi ci mettiamo la prossima “autonomia differenziata” ci ritroveremo come in America: le donne si dovranno spostare da una regione all’altra per esercitare un diritto! E se poi ancora ci mettiamo il ministro Lollobrigida con il suo «no alla sostituzione etnica, incentiviamo le nascite» il quadro è completo. Altro che sgrammaticature! Ciliegina sulla torta: non finanziamo il pubblico ma devolviamo risorse al privato integralista e facciamolo entrare negli ospedali e nei consultori.
Nel frattempo Marrone si porta avanti. Per il 2023 il finanziamento del Fondo Vita Nascente Piemontese è pure raddoppiato! Un milione, di cui 250mila euro per comunicazione (propaganda) e consulenze. Noi della Rete+di194voci consideriamo questo provvedimento della Giunta Piemonte un gesto fanatico, ideologico, patriarcale e integralista che vuole imporre un unico modello di famiglia eterosessuale in piena applicazione del dettato fascista “Dio, Patria e Famiglia”. È un atto gravissimo di cui la Regione Piemonte ha il pessimo primato in tutto il Paese.
Siamo stanche e stanchi della narrazione che colpevolizza le persone più fragili, anche economicamente: non si può risolvere tutto con una mancetta patriarcale! I servizi socio-assistenziali e sanitari pubblici sostengono già chi è in difficoltà, non sono pochi euro che autodeterminano la scelta, così importante e delicata, di abortire.
Grazie per tutto quello che progettate e per la cultura che diffondete!