Firenze: migrazioni, passerelle e luoghi comuni

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Gli intenti sono lodevoli e gli obiettivi dichiarati più che ambiziosi: la pace nel Mediterraneo, il “mare nostrum” come un luogo di fraternità fra le città e le nazioni. Firenze si immagina promotrice di una nuova stagione geopolitica. Sono due progetti paralleli, dal 23 al 27 febbraio nella città di Dante: uno organizzato dalla Conferenza episcopale, “Mediterraneo frontiera di pace 2”, con 60 vescovi, cardinali e patriarchi, l’altro promosso dal Comune di Firenze, “Florence Mediterranean Mayor’s Forum”, con la partecipazione di decine di sindaci provenienti da venti diversi paesi. Parteciperanno anche altre autorità ‒ esponenti dell’Unesco, dell’Unhcr, dell’Oms e ulteriori organizzazioni ‒ e personalità come Romano Prodi, il cantante Sting, il principe Carlo (in video). Mario Draghi aprirà i lavori, che saranno chiusi da papa Francesco in persona. Proprio lui, Bergoglio, che di recente in un’inconsueta intervista televisiva ha detto parole chiare e autentiche ‒ in orario di massimo ascolto e senza mediazione giornalistica ‒ sulla realtà del mare Mediterraneo, definito «il più grande cimitero d’Europa»; sui centri di detenzione in Libia, chiamati «lager»; sulle «criminali» politiche dell’immigrazione attuate dall’Unione europea. Parole di verità e necessario punto di partenza per un Forum che si richiama esplicitamente nientemeno che alla figura di Giorgio La Pira, protagonista fin dagli anni ’50, da sindaco di Firenze, di un’intensa e visionaria politica estera, nella convinzione che le città potessero superare le ingessate e bellicose diplomazie nazionali e sovranazionali in un’epoca di guerra fredda, ma anche di guerra in Vietnam e dell’incandescente conflitto fra Israele e Palestina. Il Forum fiorentino, oltretutto, si tiene in giorni caldissimi per le tensioni in Ucraina fra Russia e occidente, con la minaccia delle guerra guerreggiata che torna a incombere sul continente.

Insomma vescovi e sindaci si sono presi una seria responsabilità: evocano la pace, indicano il Mediterraneo come un’area di collaborazione e non di “politiche criminali”, sembrano intenzionati a compiere un passo avanti. Un passo, tuttavia, che non può essere un semplice auspicio alla pace sottoforma di una generica Dichiarazione di Firenze (lo strumento annunciato dagli organizzatori): è necessario che sindaci e vescovi osino molto di più e indichino non solo la via maestra ma anche gli strumenti necessari per imboccarla e percorrerla fino in fondo. Quindi, per indicare i punti principali ormai maturati attraverso l’esperienza compiuta in questi anni: l’apertura di canali regolari e sicuri di immigrazione verso l’Europa (come peraltro indicato dall’ignoratissimo Global Compact for Migration dell’Onu); la revoca degli accordi fra l’Italia e la Libia e la chiusura dei “lager” ancora esistenti, con contestuale trasferimento in Europa dei prigionieri; il rafforzamento delle attività di soccorso in mare, in attesa che i canali regolari di immigrazione prendano piena efficacia; per non dire della necessità di approvare in Italia una nuova legge sulla cittadinanza e sullo ius soli. Niente di meno, francamente, può essere accettabile, una volta che si mobilitino decine di sindaci del Mediterraneo e si faccia leva ‒ come ultima spiaggia ‒ sulla loro integrità (non si sono compromessi in questi anni con le “politiche criminali”) e sul loro ruolo diplomatico di avanguardia pacificatrice, secondo la lezione di La Pira.

Inquieta, nel progetto fiorentino, che non vi siano cenni, nel materiale preparatorio e nell’assetto istituzionale, di una forte e precisa critica alle scelte finora compiute e alla legislazione vigente. Il timore è che il Forum si risolva in una passerella utile solo a produrre affermazioni di principio non impegnative, in una sorta di peacewashing che sarebbe davvero fuori tempo massimo e anche irriguardoso per la memoria del “sindaco santo” La Pira. Inquieta, sotto questo punto di vista, anche l’ingombrante presenza di Marco Minniti fra i relatori e fra i membri del comitato scientifico del Forum dei sindaci; Minniti è oggi alla testa della fondazione MedOr, emanazione di Leonardo, impresa a capitale pubblico produttrice di armi e altri sistemi di guerra, ed è stato uno dei protagonisti, da ministro degli Interni, del pieno sviluppo di quelle politiche contro l’immigrazione che andrebbero cancellate una volta per tutte.

In un documento sollecitato dalla comunità fiorentina delle Piagge, raccolta attorno al prete di periferia Alessandro Santoro, e sottoscritto da decine di associazioni (pubblicato di seguito), si chiede, fra le altre cose, una netta presa di posizione, chiara e ferma, di ripudio di quelle condotte e scelte politiche italiane ed europee che violano sistematicamente la Costituzione Italiana e tutte le Convenzioni internazionali sul diritto dei rifugiati. Si tratta dunque di ripudiare solennemente ciò che Francesco ha definito «politiche criminali» e di voltare pagina una volta per tutte. Il tempo per le passerelle è finito: se anche i sindaci saranno spinti a perdere la faccia mentre lo Stato di diritto e la stessa idea di Europa fanno naufragio insieme ai gommoni alla deriva nel mar Mediterraneo, avremo un motivo in più per disperare sulla capacità dell’attuale classe dirigente ‒ laica e religiosa ‒ di affrontare le questioni chiave del nostro tempo.

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Allegato: Firenze dice no a Minniti

Perché riteniamo inopportuna la presenza di Marco Minniti all’incontro dei Vescovi e dei Sindaci del Mediterraneo. Italia e Unione Europea devono cessare di collaborare al ritorno dei migranti nell’inferno della Libia e questo è uno dei principali temi sui quali Papa Francesco ha lanciato l’appello, definendo le prigioni libiche con il loro vero nome: Lager.

Riteniamo allo stesso tempo inopportuna e imbarazzante la presenza di Marco Minniti come membro del Comitato scientifico, nonché relatore, del convegno “Incontro dei Vescovi e Sindaci del Mediterraneo”, che si terrà a Firenze tra il 23 e il 27 di questo mese, proprio perché Marco Minniti, nella veste di ministro degli interni, è stato il promotore del Memorandum Italia-Libia del 2 febbraio 2017. Un Memorandum la cui applicazione da quel giorno ha consegnato ai lager libici circa 82.000 persone ‒ tra uomini, donne e bambini ‒ destinandoli alla detenzione arbitraria, alla tortura, a trattamenti crudeli, inumani e degradanti, agli stupri e alle violenze sessuali, ai lavori forzati e alle uccisioni. Ciò è potuto accadere semplicemente grazie alla sua firma sugli accordi di cooperazione finalizzati all’intercettamento dei migranti e dei rifugiati durante la traversata del Mar Mediterraneo.

Oltre al Memorandum Italia-Libia, recentemente rifinanziato dal Governo italiano, l’allora ministro Minniti, sempre nel 2017, è stato l’ideatore del cosiddetto “Codice di Condotta per le ONG impegnate nelle operazioni di salvataggio dei migranti”. Tale codice che non manteneva alcuna distinzione tra le attività di polizia e repressione delle organizzazioni criminali e l’azione umanitaria delle ONG, si poneva di fatto in contrasto con il diritto internazionale marittimo in materia di obblighi di soccorso in mare essendo finalizzato non a regolare bensì a contrastare in ogni modo l’operato di chi, in assenza di piani di soccorso messi in atto dai poteri pubblici, si prodigava per salvare vite umane nel Mediterraneo. Tutto ciò avveniva mentre si procedeva, in parallelo, a finanziare l’azione in mare della cosiddetta Guardia Costiera Libica il cui compito era, ed è ancora oggi, quello di bloccare chi fugge dalla Libia e cerca altrove asilo e protezione. Non quello di salvare vite umane. Negli ultimi cinque anni il decreto Minniti-Orlando è stato interamente centrato al contrasto delle migrazioni, puntando all’estensione della rete dei centri di detenzione per i migranti e soprattutto a limitare notevolmente il diritto alla difesa dei richiedenti asilo approdati nel nostro paese, negando loro il diritto di accedere al secondo grado di giudizio e disciplinando in modo assai confuso il diritto del richiedente asilo ad essere sempre sentito dal giudice, a seguito di un diniego della richiesta di protezione internazionale da parte delle commissioni territoriali. Alla luce di tutto ciò, possiamo dire che l’operato dell’allora ministro dell’interno Marco Minniti non ha fatto altro che rafforzare l’impossibilità di coloro che fuggono dalle guerre e dalle persecuzioni ad esercitare il diritto d’asilo inserito dalla nostra Costituzione tra i principi fondanti della Repubblica (art. 10 comma 3) condannando migliaia di esseri umani alla morte per annegamento in mare o ai maltrattamenti in Libia.

Inoltre Marco Minniti è oggi il presidente della Fondazione “Med-Or” – voluta e istituita da Leonardo spa, azienda leader nel campo degli armamenti ‒ e in questo ruolo, promuove attività «al fine di rafforzare i legami, gli scambi e i rapporti internazionali tra l’Italia e i Paesi dell’area del Mediterraneo». Per questi motivi riteniamo pertanto che la sua presenza a questo incontro sia fortemente in contrasto con le aspettative delle realtà sociali, laiche o religiose, che operano in difesa della dignità delle persone e, in modo particolare, di quelle più vulnerabili. Piuttosto avremmo gradito, inutile dirlo, una presenza di Marco Minniti come uditore, affinché potesse comprendere a pieno i guasti arrecati dalla sua azione politica allo Stato di diritto e alla dignità di decine di migliaia di persone.

Promotori:

Comunità delle Piagge, Firenze
Associazione Il Mulino, Vicchio
Associazione Oltre I Ponti, Vicchio (FI)
Associazione Progetto Accoglienza, Borgo S. Lorenzo (FI)
Associazione Progetto Arcobaleno, Firenze
Domenico Lucano, Riace (RC)
Vicofaro Porto Aperto, Pistoia
Europasilo, Rete Nazionale per il Diritto D’asilo
Istituzione Don Lorenzo Milani, Vicchio (FI)
Mediterranea, Firenze
Rete Antirazzista, Firenze
Rete Radié Resh di Quarrata, Quarrata (PT)
Don Andrea Bigalli, Referente regionale di Libera
Don Massimo Biancalani, Pistoia
Tomaso Montanari, Rettore dell’Università per stranieri Di Siena (SI)
Don Bernardo Gianni, abate di San Miniato al Monte, Firenze
Don Alessandro Santoro, Comunità Delle Piagge, Firenze

 Per comunicare l’adesione sia come Ente/associazione che individualmente:

– compilare il modulo online: https://tinyurl.com/Modulodiadesione-no-a-minniti
– in alternativa scrivere a: posta@comunitadellepiagge.it

Gli autori

Lorenzo Guadagnucci

Lorenzo Guadagnucci, giornalista e blogger, lavora al “Quotidiano nazionale” (Resto del Carlino - La Nazione - Il Giorno). Durante il G8 di Genova del luglio 2001 fu tra i giovani percossi e arrestati nella suola Diaz. Fondatore e animatore del Comitato verità e giustizia per Genova ha scritto, con Vittorio Agnoletto, “L’eclisse della democrazia. Le verità nascoste sul G8 di Genova” (2011).

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