«Dalla casalinga di Voghera al pistolero di Voghera: è l’evoluzione dei tempi. Del resto uno spiacevole incidente può capitare a tutti. Chi è che non va in giro con una pistola cal. 22 in tasca con il colpo in canna? Se si verifica una lite e il pistolero cade in terra, un colpo ci può sempre scappare. Del resto se un marocchino che infastidisce gli avventori di un bar incontra un pistolero, l’esito infausto per il molestatore è nella natura delle cose». C’è tutto in queste parole, scritte da Domenico Gallo all’indomani dell’omicidio di un giovane immigrato marocchino, Youns El Boussetaaoui, da parte dell’assessore alla sicurezza della città, Massimo Adriatici, all’esito di una discussione in pieno centro cittadino. In breve: la vittima era un immigrato affetto da disturbi comportamentali da giorni accampato sulle panchine della città, lo sparatore è un esponente leghista, avvocato, docente di diritto penale alle forze di polizia, soprannominato lo “sceriffo” per l’abitudine di girare armato e di presentarsi come tutore dell’ordine. Il colpo di pistola che ha ucciso Youns El Boussetaaoui è stato esploso dopo che lo stesso, disarmato, aveva colpito l’Adriatici con un pugno provocandone la caduta a terra. Tutto il resto dovrà essere accertato ma, intanto, alcune considerazioni si impongono: è accettabile che un cittadino (a maggior ragione se investito di funzioni pubbliche) giri in città armato di pistola con colpo in canna? è normale che l’omicidio sia stato immediatamente derubricato in eccesso colposo di legittima difesa? ed è normale che l’omicida sia stato subito collocato agli arresti domiciliari mentre le nostre carceri sono piene di imputati per fatti bagatellari? cosa sarebbe avvenuto a parti invertite? Domande con risposte sin troppo facili che la dicono lunga sul clima in cui viviamo e sulla devastazione etica e culturale prodotta dalla lunga campagna politica e mediatica sfociata con la modifica della disciplina della legittima difesa (https://volerelaluna.it/controcanto/2018/06/11/quale-legittima-difesa/ e https://volerelaluna.it/politica/2019/03/29/la-legge-sulla-legittima-difesa-saremo-tutti-piu-a-rischio/). Naturalmente la Lega solidarizza con il pistolero, la cosiddetta sinistra balbetta e la grande stampa si barcamena senza prendere posizione. Voghera tace. Ma qualcuno non accetta il silenzio e scende in campo contribuendo a organizzare nel fine settimana una manifestazione per dire che la vita umana non è un optional. (la redazione)
Quello che è accaduto ieri sera a Voghera lascia sgomenti e preoccupati.
L’assessore Massimo Adriatici con delega a Sicurezza, Polizia Locale, Osservatorio Immigrazione ha ucciso un cittadino straniero con sofferenza psichica al termine di un diverbio di fronte a un bar in Piazza Meardi.
Non conosciamo e non vogliamo intervenire sulla dinamica dell’episodio – sulla quale auspichiamo che il lavoro della magistratura chiarisca in modo completo e senza ombra di dubbio quanto avvenuto – a differenza delle dichiarazioni politiche degli esponenti del partito dell’assessore che hanno già emesso sentenze assolutorie. Provoca anche stupore che la Giunta prenda solo atto dell’autosospensione dell’ex assessore ora agli arresti domiciliari. Quello che però vogliamo esprimere è, in primo luogo, la nostra profonda tristezza per la morte di una persona e, oltre a questo, invitare tutte e tutti a una riflessione su alcuni punti:
– non è possibile considerare normale che un rappresentante dell’amministrazione comunale giri armato per la città confondendo il proprio ruolo politico/amministrativo con quello delle forze dell’ordine;
– Voghera non è un luogo con situazioni di pericolosità che impediscano la normale convivenza o fruizione della città: non è più accettabile che venga agitata la questione “sicurezza” per raccogliere voti e consensi facili, mescolando situazioni di degrado urbano (che vanno risolte con interventi di recupero e riqualificazione) con provvedimenti inapplicabili (i cosiddetti Daspo adottati nei mesi scorsi) e già ampiamente squalificati negli anni scorsi;
– chi ha alimentato l’ossessione della “sicurezza” in tutti questi anni porta la completa responsabilità della costruzione di un clima sociale di indifferenza e intolleranza che non affronta le contraddizioni e le tante difficoltà sociali presenti in città, limitandosi ad atteggiamenti di facciata.
Chiediamo che sui punti sommariamente indicati si sviluppi un dibattito nella città che coinvolga cittadine e cittadini, associazioni e gruppi.
Antonio Corbeletti, Marcella Barbieri, Rita Campioni, Adriano Bracone, Luciana Origgi, Aurora Bonfoco, Stefano Renzi, Roberta Migliavacca, Stefania Moglia, Antonietta Bottini, Giorgio Silvani, Ambrogio Arbasino
A proposito della morte di Youns El Boussetaoui detto “Mustà”
Il primo pensiero va a Youns El Boussetaoui, non solo perché è la vittima ma perché la sua vita è stata molto difficile ed è finita nel peggiore dei modi.
Nei confronti delle persone che vivono nella sofferenza bisognerebbe prestare attenzioni particolari, non è facile ma si può fare, anche a Voghera c’era chi aveva attenzioni per Mustà (così veniva chiamato).
Ma quando uno uccide è un assassino, le circostanze possono essere diverse: autorizzate, legittimate, necessarie (?), ma resta un assassino. Quando poi si uccide in quel modo uno appare anche un idiota, un fascistello idiota.
Per gli assassini c’è sempre una condanna penale o morale e… poi deve fare i conti con la propria coscienza. Per gli idioti c’è un perenne lascia passare, infatti proliferano e vivono in massa in mezzo a noi.
Auspichiamo, in ogni caso, che il sig. Massimo Adriatici non si occupi più di cose pubbliche e si dedichi ad attività ludiche per il resto dei suoi giorni, crediamo che una pistola ad acqua sia sufficiente a dargli pace e non rechi così danno a sé e agli altri.