Quando nel 1985 la professoressa Maria Teresa Roberti, nipote di Ludovico Geymonat, allieva di Cesare Musatti, staffetta partigiana in quel di Barge, decide di concludere la sua lunga e ricca esperienza professionale come preside del Liceo classico di Oulx, in alta Valle di Susa, sa perfettamente quel che troverà: una scuola minuscola, tenuta in vita da un eroico manipolo di docenti convinti assertori di due principi. Primo: la scuola in montagna è un presidio di cultura e di aggregazione irrinunciabile. Secondo: la scuola, specie in contesti marginali, deve essere un luogo di costante sperimentazione, dove non può trovar casa la comoda idea del “si è sempre fatto così”.
La preside Roberti condivide quei principi e ne aggiunge un terzo: in una scuola del genere, messa ai margini d’Italia, più vicina alla Francia che a Torino, in una valle spesso di passaggio e di saccheggio, o si vola o si muore. La sfida è quella di far fermare a Oulx le persone, le competenze, le intelligenze critiche; di portare il mondo in quel piccolo Comune; di portare il Des Ambrois nel mondo. Ed è così che, per esempio, il Des Ambrois inserisce lo studio di almeno due lingue straniere per tutti gli studenti, che abbandona le “gite” per inventarsi gli scambi culturali con ospitalità in famiglia, non accontentandosi di scollinare nella vicina Francia, ma allungando lo sguardo al Mediterraneo, all’Africa, all’allora Est Europeo, portando gli studenti di 30 anni fa a vivere esperienze umane e culturali a Leningrado e a Mosca.
Quando cadeva il muro di Berlino una classe era ospite dell’ancora per poco capitale dell’URSS. La storia si impara anche così. E anche così che un piccolo liceo languente è diventato quell’affollato Istituto Superiore che oggi è, con 7 indirizzi di studio diversi e con un costante impegno a portare il mondo dentro le aule, per rendere poi gli studenti capaci di uscire e comprendere cosa in quel mondo là fuori davvero accade.
È in quest’ottica, per esempio, che a Oulx, ideale Cittadella delle Culture in alta quota, torna anche quest’anno un appuntamento che negli anni è stato intitolato “di sana e robusta Costituzione” e che è oggi diventato “Scuola di buona cittadinanza”. Ispirandosi a Piero Calamandrei, secondo il quale «trasformare i sudditi in cittadini è miracolo che solo la scuola può compiere», il progetto 2019-2020 pone al centro dei dibattiti e degli appuntamenti il tema della cittadinanza, tema cruciale per la crescita di un Paese democratico, abitato da donne e uomini responsabili.
Il ricco calendario, che si apre l’8 novembre e che si concluderà in primavera, costruito dall’Istituto Des Ambrois con il Comune e dalla Casa delle Culture di Oulx, insieme ad Avviso Pubblico, Borgate dal Vivo, Cinemability, Unitré Alta Valle Susa, è una proposta indirizzata non solo agli studenti, ma a tutti i cittadini: «per crescere insieme, per valorizzare gli ambienti di vita come luoghi di relazioni tra cittadini, spazi di apprendimento e di crescita nelle differenze e nelle diversità», così come si legge nel manifesto di presentazione e come ama sottolineare il prof. De Marchis, già Sindaco di Oulx e anima dell’iniziativa.
Saranno mattinate scolastiche e serate di approfondimento dedicate a tanti modi diversi di declinare la pratica della Cittadinanza attiva: nella storia, nell’attualità, nel mondo del lavoro e nel diritto di cittadinanza al femminile, nella tutela ambientale e nell’incontro con la disabilità, nell’accoglienza e nel dialogo con i migranti e ovviamente nella conoscenza e tutela della Costituzione, da cui tutto il cammino del Des Ambrois ha preso, non solo idealmente, avvio.
Grazie e complimenti!