Volerelaluna.it
02/04/2019 di: Fabio Balocco
Il Trincerone, a Torino, è stato fino agli anni Settanta uno scalo merci lungo circa tre chilometri, incassato tra via Gottardo e via Sempione, che collegava lo Scalo Vanchiglia alla ferrovia Torino-Milano. Poi la dismissione. In quarant’anni esso era diventato una sorta di lungo bosco in città. Oltre che, conoscendo la gente, ricettacolo di immondizie di ogni tipo. Risultato: solo lamentele da parte dei cittadini che in quel bosco leggevano solo incuria e abbandono, e quindi ripetute richieste di intervento perché si facesse piazza pulita.
Ed ecco che, a dicembre, è accaduto quello che per la Circoscrizione 6 è un miracolo e per me una vera nefandezza. Il Trincerone viene azzerato: l’Immobiliare Regio Parco interviene per rimuovere tutto il verde, l’Amiat per rimuovere i rifiuti.
Ci sarebbero molte osservazioni da fare al riguardo.
Potremmo cominciare con un Comune che ha le pezze al culo e destina una parte delle proprie già scarse risorse per eliminare del verde urbano. E potremmo continuare con l’imbecillità della gente che lo ha utilizzato come una discarica per arrivare a un’amministrazione comunale che non si è mai curata di evitare che fosse usato come discarica e non ha mai fatto pulizia al suo interno.
Ma quello che più mi preme è sottolineare la stupidità di chi, per anni, ha visto in un bosco in città (c’erano alberi pluridecennali) solo erbacce e incuria. E un Comune che, invece di cogliere l’occasione per investire in un’operazione culturale (anche solo basata sul fatto che Torino è una delle città più inquinate d’Europa e il verde è indispensabile), azzera tutta quella natura spontanea. Così, peraltro, garantendosi un consenso dei lagnosi residenti.
Era il 2014 quando, insieme ad altri amici di rara sensibilità, diedi alle stampe “Verde clandestino”, un saggio divulgativo sulla potenza e sull’utilità del verde spontaneo in città. Torino ha fatto pressoché piazza pulita di tutto quel verde per incassare oneri di urbanizzazione da lottizzazioni e centri commerciali.
Speravo in un ripensamento della nuova giunta. Invece, nulla. L’insensibilità verso la natura si rivela una costante di qualsiasi formazione politica, giusta rappresentanza della gente che la vota. Neanche un tentativo, neppure minimo, di far crescere la sensibilità ambientale. E via con le ruspe.
Ma un’altra considerazione si impone, neppure così campata per aria.
La liberazione dell’Asilo occupato, la delibera di sgombero dei poveri al canale Molassi, la pulizia del Trincerone: un filo comune, forse inconsapevole, unisce queste operazioni, ed è liberarsi del diverso. Ma è facile prevedere che questo potere non riuscirà a liberarsi degli antagonisti. Così come è facile prevedere che i poveri aumenteranno e che, per fortuna, la natura non scomparirà.