Per Julian Assange

È in corso, in Inghilterra, il procedimento per l’estradizione negli Stati Uniti di Julian Assange. Un appello di giuristi segnala che tale estradizione, a cui ostano ragioni umanitarie connesse con le sue condizioni psico-fisiche e il timore circa il suo futuro regime carcerario, costituirebbe un terribile esempio di soffocamento della libera informazione orientata al disvelamento degli abusi di potere.

Italia, anni’70: il terrorismo e la tortura

Roma, maggio 1977. Sono passati 9 giorni dall’uccisione di Aldo Moro e viene fermato “il tipografo delle Br”. L’uomo inizia a collaborare, ma poi si ferma e riferisce ai giudici di avere parlato solo perché sottoposto a tortura. Ne segue una condanna per calunnia. Ma più di 30 anni dopo una sentenza accerta che era tutto vero e svela gli abusi di uomini della polizia diretti da un funzionario soprannominato dottor De Tormentis.

È vietata la tortura

Il XIX Rapporto sulle condizioni di detenzione in Italia prosegue una tradizione ultraventennale, all’insegna del principio fondamentale secondo cui la pena non deve mai consistere in trattamenti contrari al senso di umanità: per tutti e per tutte, senza eccezioni. Nella consapevolezza che non possiamo “usare” il carcere per risolvere i conti che non ci piacciono all’esterno.

Diritti umani e repressione delle proteste nel mondo

La situazione dei diritti umani nel mondo è preoccupante. Di fronte alla protesta provocata da conflitti, crisi climatica e disuguaglianze la risposta dei governi è stata spesso violenta e repressiva. In più della metà dei 156 Stati analizzati, sono state arrestate persone che difendono i diritti umani, è intervenuto un uso illegale della forza e ci sono stati maltrattamenti e/o torture contro i manifestanti.

Chi vuole abolire il reato di tortura?

Ci sono voluti più di trent’anni per introdurre nel nostro sistema il reato di tortura e già c’è chi, nel Governo, ne propone la soppressione. «Per tutelare adeguatamente l’onorabilità e l’immagine delle Forze di polizia», scrivono i proponenti. Detto in modo più chiaro: per strizzare l’occhio di una complice tolleranza a chi, nello svolgimento di compiti delicatissimi, tiene comportamenti criminali ripugnanti. C’è da non crederci.

Cospito: «restare umani»

La Costituzione pone al centro la persona, la sua dignità, i suoi diritti. Anche quando è in carcere per scontare una pena. Elemento primo della dignità è il divieto di tortura e di trattamenti inumani e degradanti. L’art. 41 bis ci racconta una normalizzazione e una dilatazione dell’emergenza oltre le fattispecie specifiche per cui è stato introdotto. È questo il tema posto dal “caso Cospito”.

Il Governo della destra e i conti aperti con il neofascismo e lo stragismo

Non basta, onorevole Meloni, la condanna formale del fascismo storico. Il Paese ha bisogno di verità e di presa di distanza dalle stragi del neofascismo che hanno insanguinato il Paese anche in epoca repubblicana. Rimuoverle, come Lei sta facendo, con le parole e con i fatti, significa condannare il Paese a uno stato di democrazia incompiuta, sempre esposta al pericolo di rivivere quel passato.

Il “belpaese” delle violenze e dei falsi di polizia

L’omicidio di Stefano Cucchi e il processo che ne è seguito confermano che l’abuso di potere, la pratica della tortura, la falsificazione degli atti, la copertura dei responsabili, l’insofferenza per le verifiche della magistratura non sono eventi eccezionali in un contesto sano e leale, ma elementi ricorrenti nella condotta delle nostre forze dell’ordine. Da qui occorre ripartire, senza rimozioni, per un reale risanamento.