Il Festival del narcisismo: tenerne lontani i minori

Sanremo 2023 passerà alla storia – si fa per dire – come il festival del controverso messaggio di Zelensky e delle intemperanze di Blanco. Apprezzati dai più sono stati, invece, i monologhi della giornalista Francesca Fagnani e dell’influencer Chiara Ferragni. A torto ché di performance narcisistiche e conformiste di marca vagamente progressista tra lustrini e abiti di Dior non si sentiva davvero il bisogno.

La Costituzione è l’antitesi del potere

La Costituzione è approdata a Sanremo con un monologo di Benigni alla presenza del presidente Mattarella. C’è poco da rallegrarsi. La nostra Carta, come diceva Calamandrei «è una polemica contro il presente, contro la società». Non va celebrata ma praticata. Altrimenti si assiste al festival dell’ipocrisia. Com’è per l’articolo 11, che non è «una poesia», ma un impegno contro la guerra, purtroppo disatteso.

Non sono solo canzonette

L’intervento nel festival di Sanremo del presidente ucraino Volodymyr Zelensky non farà che veicolare parole di odio contro il nemico e di esaltazione della guerra. È per questo, non per la commistione tra politica e canzonette, che va evitato. Dalla musica infatti ci aspettiamo, come spesso è accaduto, parole di pace e di speranza e non messaggi di propaganda bellica.