Il rating dell’Italia salvato dai pensionati

Il duo Meloni-Giorgetti tira un sospiro di sollievo. L’Italia è passata sotto le forche caudine del rating delle maggiori agenzie sostanzialmente incolume, anzi con qualche miglioramento. Ciò grazie a scelte di bilancio all’insegna dell’austerity, con una particolare cattiveria nei confronti dei pensionati e del settore sanitario. In parole povere, i pensionati salvano il rating del Paese ma non vengono premiati, bensì puniti.

Arridateci la Fornero!

C’era una volta la riforma delle pensioni, con lacrime, di Elsa Fornero. Oggi, nel paese occidentale in cui si muore di più sul lavoro, l’asticella continua a salire: quota 100, poi 101, poi 102, 103 e ora con il Governo Meloni addirittura quota 104, che vuol dire 63 anni d’età e 41 di contributi. Questa volta senza le lacrime, perché Giorgia Meloni e i suoi ministri sono molto più bravi a far piangere i poveri cristi che a versare lacrime in proprio.

A destra di un governo tecnico

Al primo e vero banco di prova con i provvedimenti di bilancio, il Governo Meloni si rivela alla stregua di un qualsiasi governo tecnico. Prima le regole di bilancio (e i vincoli europei), poi le persone. E quel poco che c’è da spendere si spende per alleggerire le tasse a chi può pagarle e per non disturbare chi vive di profitti. Per non dire del rafforzamento della vituperata legge Fornero…

Ma cosa pensa davvero il Pd?

Ma è davvero la rissosità interna a zavorrare il Pd e la sua azione di opposizione al Governo? Purtroppo no. La ragione è, piuttosto, la mancanza di chiarezza sulla linea politica. Sulle questioni fondamentali oggi in discussione (armi, fisco, sanità e autonomia differenziata), infatti, il Pd ha detto e fatto tutto e il suo contrario. Forse sarebbe il caso che uscisse dall’ambiguità.

La sanità oltre la privatizzazione

Dopo la privatizzazione si assiste, per la Sanità, alla concentrazione di capitali e alla finanziarizzazione, che affidano le politiche del settore al “mercato” e ai “mercanti”. In Italia ciò accade soprattutto nel settore farmaceutico e nella Regione Lombardia ma il fenomeno è in espansione. Per arginarlo non c’è che il protagonismo del pubblico, cioè l’opposto della politica di questo Governo (e di quelli che lo hanno preceduto).

La salute come diritto universale. Scaduto?

Gli ultimi 50 anni coincidono con un processo di trasformazione radicale della società: da orizzonte di promozione della universalità dei diritti individuali e collettivi a sistema che vede gli umani come variabile dipendente dai “diritti proprietari”. Questa storia insegna che i diritti non “sono” ma possono solo “divenire” inviolabili, come prodotto di un laboratorio permanente di ricerca e generato dal terreno reale.

L’Italia che verrà: proiezioni per i prossimi decenni

Secondo i calcoli del Documento di Economia e Finanza se gli immigrati aumentassero del 33% rispetto al ritmo attuale, nel 2070 il debito pubblico sarebbe più basso di almeno 30 punti rispetto al PIL (cioè circa 135% anziché 165%). Se invece il flusso degli immigrati calasse del 33%, nel 2070 il debito aumenterebbe di oltre 30 punti sul PIL (cioè dal 165% a circa il 200%). Dati e scenari che dovrebbero far riflettere.