Governo Meloni bocciato in economia

La situazione economica non è buona. Se andrà bene quest’anno avremo una crescita di poco sopra lo zero, ed è possibile che si vada direttamente in recessione. Ma il Governo, intento a magnificare piccoli interventi sparsi qua e là, sembra non accorgersene e cancella (o depotenzia) il reddito di cittadinanza e il superbonus edilizio, cioè le due misure che hanno maggiormente trainato la domanda interna.

L’inflazione allarga la forbice tra ricchi e poveri, ma in Italia si parla d’altro

L’alta inflazione fa crescere la distanza tra ricchi e poveri. Lo attesta persino uno studio della Bce. Niente di nuovo se non che, nell’ultimo anno, il fenomeno ha avuto un’accelerazione senza precedenti. Solo il Governo sembra non preoccuparsene, preso dall’esigenza di affermare la propria “identità”, con misure di repressione del dissenso, di mistificazione della storia, di attacco a chi salva vite in mare.

Verso un’economia di guerra

Nessuno, due mesi fa, immaginava che la guerra avrebbe sconvolto, in poche settimane, anche le prospettive della nostra economia. Invece, è tornato lo spettro della recessione, con l’inflazione mai così alta da 30 anni a questa parte, e il PNRR già superato nella sua impostazione di fondo. Purtroppo, siamo solo all’inizio e ormai si parla apertamente di economia di guerra.

Il sistema vacilla

Al tempo del Coronavirus la crisi economica e sociale (oltre che sanitaria) non colpisce un solo paese, che può essere abbandonato al destino speculativo dei mercati-cravattari, ma tutti i paesi europei. È il modello che vacilla. Oggi si adottano misure temporanee e urgenti ma presto bisognerà scegliere tra rottura e continuità.

C’è poco da stare allegri!

Nonostante gli slogan e le rassicurazioni di comodo i segnali sono chiari: la “ripresina” del 2016-17 si è esaurita e l’economia dei Paesi europei (e non solo) si sta avviando verso una nuova fase recessiva. Se non si attivano nuovi e diversi modelli di sviluppo c’è poco da stare allegri.