Psicopatologia del sistema neoliberista

È una lezione che viene anche dalla pandemia: le malattie mentali non sono semplici problemi biologici ma condizioni dipendenti da variabili sociali, economiche, politiche, culturali. Non può esistere salute mentale senza una salute pubblica, comunitaria e universale, senza diritti sindacali, diritto allo studio, diritto alla casa, giustizia ambientale, abbattimento delle barriere, contrasto della violenza e dell’impunità.

La psichiatria non è un’isola

La psichiatria, se separata dall’analisi della società, è un inganno. Prescrivere un antidepressivo a un cassaintegrato disperato o alle madri in cerca del figlio desaparecido non fa che convincerli di essere malati. Occorre uscire dalla logica malattia/assenza di malattia ed esplorare territori complessi nel segno della partecipazione e della solidarietà.

Salute mentale, un tema rimosso

Tra la fine degli anni ’60 e l’inizio dei ’70 si creò, in Italia, una sensibilità diffusa e produttiva intorno alla salute mentale. Oggi quella stagione è chiusa e la sofferenza psichica cresce (malamente occultata dagli psicofarmaci). Non c’è alternativa: occorre ricostruire la sensibilità che si è sfilacciata e far sì che il dibattito non si limiti allo sgomento per alcuni fatti eclatanti.

“Il sale e gli alberi”

Basaglia, l’antipsichiatria, la deistituzionalizzazione, la chiusura dell’ospedale psichiatrico di Imola negli anni Ottanta. Di questo, e di molto altro, tratta “Il sale e gli alberi” di Ernesto Venturini: una piccola storia nella grande storia del processo di liberazione dell’essere umano, tra successi e contraddizioni.