L’Italia ripudia il conflitto

Le proteste che incendiano Francia e Israele sono, nel nostro Paese, inesistenti e addirittura inimmaginabili, pur in presenza di una situazione sociale e politica per molti versi analoga. Sarà la sfiducia nella politica o lo sfarinamento della società civile o la reciproca frattura tra istituzione e protesta sociale. Ma certo viene spontaneo dire che l’Italia, affascinata dalla guerra, ripudia il conflitto interno.

Le proteste che verranno

Il Fondo Monetario Internazionale prevede, a partire dalla metà del prossimo anno, un’ondata di proteste generate dal malessere sociale e invita il grande capitale e i governi a farsi trovare preparati. L’esito delle proteste dipenderà dalla loro canalizzazione: in esplosioni di rabbia o in sollevazioni popolari organizzate.