L’ammiraglio Alessandro: «Ai naufraghi va assegnato un porto vicino e sicuro»

«Una “nave pirata” contravviene alle norme internazionali ed esercita violenza su imbarcazioni e persone che solcano il mare. Le navi delle ONG, invece, salvano vite. Qui parliamo di persone che soccorrono altre persone. Come in terremoti, pandemie, guerre. Il soccorso è un’emergenza che comincia quando prendo a bordo persone in pericolo e si conclude quando toccano terra. In un porto vicino e sicuro».

Ribellarsi ai respingimenti in Libia è giusto

Decidendo sul caso di alcuni migranti incriminati per essersi opposti con la forza al tentativo del capitano del rimorchiatore che li aveva soccorsi di riportarli sulle coste libiche, la Cassazione li ha assolti per avere agito in situazione di legittima difesa non essendo la Libia un porto sicuro per i migranti. A questo punto è auspicabile che tale assunto non sia più messo in discussione.

Il vascello fantasma

Il 9 maggio, dopo sei giorni di attesa, 79 naufraghi raccolti in mare dal cargo “Marina”, battente bandiera di Antigua, sono stati autorizzati a sbarcare a Porto Empedocle: nel cuore della notte, in gran segreto e senza copertura di stampa. La nave “Marina”, immediatamente ripartita, è diventata un moderno vascello fantasma.

L’Italia non è più un porto sicuro?

Davvero in epoca di Coronavirus l’Italia non è più un porto sicuro? Lo dichiara un decreto interministeriale che vieta l’approdo in Italia dei migranti salvati in mare da navi straniere perché «comprometterebbe il contenimento della diffusione del contagio». In sordina e senza esibizioni muscolari ha vinto la linea Salvini.