Il calcio italiano? Un Titanic allo sbando

Il calcio italiano vive in una bolla (fatta di conti in rosso, di scandali montanti, di una nazionale di nuovo esclusa dai mondiali) che lo allontana dalla dimensione del miglior football continentale giocato in Inghilterra, Spagna, Francia. Per esorcizzare questa marginalità si rilancia il mercato di gennaio, senza succo e senza nerbo, che si appoggerà a prestiti, riciclaggi e operazioni di basso profilo.

Lo tsunami Juventus affonda il calcio

La Juventus di Andrea Agnelli, travolta da indagini e intercettazioni, rischia la retrocessione. E – cosa ancor più grave – emerge, attorno al “pesce pilota” bianconero, un mondo calcistico dedito a inciuci e scambi fittizi e supervalutati. Una rete che coinvolge Sassuolo, Atalanta, Udinese, Sampdoria ed Empoli in una attività lobbistica che non poteva non avere ricadute sulla regolarità del campionato.

Juve e non solo: il doping della plusvalenza

Il fatto è risaputo. Le squadre di calcio di serie A spendono molto più di quanto incassano. In un solo anno la situazione debitoria complessiva accumulata è di circa un miliardo di euro. Come uscirne? Semplice. Ricorrendo alle plusvalenze, con calcoli contabili in cui il valore dei giocatori compensa e copre le perdite. Peccato che il valore dei giocatori sia spesso di pura fantasia.

Plusvalenze, il doping del calcio

Le società calcistiche di serie A, B e C hanno accumulato 4 miliardi di debiti, che vengono occultati con trucchi contabili e facendo ricorso al meccanismo delle plusvalenze, ovvero alla valutazione sovradimensionata dei giocatori. La cosa è tollerata da tutti ma, intanto, il sistema è a rischio implosione.