Cutro: una tragedia evitabile e le reticenze del ministro Piantedosi

A Cutro si è consumata l’ennesima tragedia evitabile, con oltre 70 migranti morti a due passi dalla costa. E mentre la presidente del Consiglio e il ministro dell’Interno propongono al Parlamento e al Paese ricostruzioni dell’accaduto reticenti ed elusive, i 98 sopravvissuti vengono alloggiati – ulteriore vergogna – in condizione di degradante promiscuità, con panchine al posto dei letti e sorvegliati dalle forze dell’ordine.

«Sulle ONG Piantedosi ha detto il falso»

Il ministro dell’interno Matteo Piantedosi, riferendo al Parlamento, ha accusato le ONG impegnate in operazioni di salvataggio nel Mediterraneo, di avvertire le autorità a cose fatte. Gli risponde il capo missione della nave Geo Barents, Juan Matias Gil: «Il ministro mente. Gli Stati ricevono l’allarme di imbarcazione in pericolo nell’istante in cui arriva a noi. È tutto documentato. È l’Italia che, come Malta, ignora le segnalazioni».

Il fronte del porto e un Governo senza vergogna

Il Governo ostacola le operazioni di salvataggio dei naufraghi raccolti in mare dalle navi di alcune ONG consentendo lo sbarco esclusivamente ai “fragili”. Solo dopo il richiamo dell’UE e una serie di ricorsi ai tribunali fa marcia indietro ricorrendo, per salvare la faccia, a un escamotage. È una scelta miope e illegittima. Un’altra politica è possibile a partire da un’analisi non demagogica dei flussi migratori.