Relazione al Parlamento 2023

Sono oltre 4.000 le persone detenute per scontare pene brevissime o brevi. Il Garante, giunto alla scadenza del suo mandato, non ha dubbi e rivolge un monito a Governo e Parlamento: sono vite connotate da una marginalità che avrebbe dovuto e dovrebbe trovare risposte altrove, ad evitare che il carcere si atteggi sempre più come mero collettore di emarginazione e discarica sociale.

È vietata la tortura

Il XIX Rapporto sulle condizioni di detenzione in Italia prosegue una tradizione ultraventennale, all’insegna del principio fondamentale secondo cui la pena non deve mai consistere in trattamenti contrari al senso di umanità: per tutti e per tutte, senza eccezioni. Nella consapevolezza che non possiamo “usare” il carcere per risolvere i conti che non ci piacciono all’esterno.

Giustizia e misericordia: conversazione con Elvio Fassone

La Costituzione, se la si legge con mente sgombra, insegna la strada giusta. Per prima cosa essa afferma che le pene non possono essere contrarie al senso di umanità. Quindi è consapevole che la pena è per sua natura sofferenza, ma necessaria. Ma, poi, va oltre. La pena, per quanto severa, incontra il limite dell’umanità, e questo limite si oppone all’ergastolo ostativo, cioè al “fine pena mai”.

Invisibili. Il carcere che non si vuole vedere

“Ariaferma”, ultimo film di Leonardo di Costanzo, ha un grande pregio: descrive il carcere com’è e smonta molti luoghi comuni. Perché la realtà italiana ci restituisce un carcere in cui le condizioni dei detenuti peggiorano di giorno in giorno e crescono violenza e segregazione. Nonostante la previsione costituzionale sulla funzione rieducativa della pena.

Battisti

Garantisti, se esistete difendete Battisti

Cesare Battisti è attualmente detenuto nel carcere di Rossano Calabro in un regime inumano: de facto di isolamento, senza mai essere esposto “alla luce solare diretta”, condizione che può portare a forme di “deprivazione sensoriale”, inumana e illegale, senza altra ragione che la volontà punitiva. Che fanno e dicono i garantisti?

Ombre rosse

L’arresto a Parigi e la conseguente procedura per l’estradizione di alcuni italiani riparati in Francia per sottrarsi all’esecuzione di pesanti condanne per delitti risalenti ai cosiddetti anni di piombo hanno suscitato polemiche aspre, fondate su opposti pregiudizi. Deve essere, invece, l’occasione per un confronto laico sul senso della giustizia e della pena.

Dana, i giudici e l’ordine costituito

Dana è stata ritenuta responsabile a titolo di concorso in una violenza privata non materialmente commessa, condannata a una pena esemplare, esclusa da ogni misura alternativa per «avere sfidato l’ordine costituito». Così scrivono i giudici evidenziando una cultura in cui lo scontro sociale è ridotto a questione criminale.

Fabrizio de André, il carcere, la compassione

Carcere, pena, giudizio, potere. Sono anelli concentrici, tasselli di un sistema che costruisce marginalità, messi a nudo da Fabrizio De André in numerose canzoni. Molte e originali sono le storie raccontate, che seguono strade diverse, cifre differenti, che segnalano «come le verità del potere siano le verità di oggi».