«Sia il vostro parlare sì, sì; no, no»

Colpì, a febbraio, l’assenza del papa agli incontri fiorentini sul Mediterraneo, voluti da sindaci e cardinali e qualificati dalla presenza di Marco Minniti. Oggi sappiamo che ciò avvenne per la volontà di Francesco, espressamente comunicata all’arcivescovo di Firenze, di non avallare politiche di chiusura nei confronti dei migranti. Scegliere dove stare e dire la verità: è una lezione di cui abbiamo grande bisogno.

Fermiamo i padroni della Terra!

Noi diciamo: l’unica guerra giusta è quella che non si fa. Fermatevi! Oggi, tutti noi gridiamo ai pochi maschi, anziani e ricchi, che sono padroni della terra: fermatevi! Non siamo organizzati, non abbiamo rappresentanza, non abbiamo democrazia. Ma sappiamo di essere l’intera umanità. Fermiamo i padroni della terra, i signori della guerra! Fermiamoli, finché è possibile.

«In questi giorni di ricovero in ospedale…»

C’è voluto il Papa, nella recita dell’Angelus durante il recente ricovero al Gemelli, per ricordare l’importanza fondamentale e irrinunciabile di «un servizio sanitario gratuito, che assicuri un buon servizio accessibile a tutti». Sembra un concetto dimenticato, nonostante il Covid. A quando il risveglio almeno della sinistra?

Iraq. L’invito al Papa delle donne Yazidi

Mentre il Papa si accinge alla visita in Iraq è utile rilanciare l’accorata lettera indirizzatagli a gennaio dal Consiglio delle Donne Yazidi di Sinjar con l’invito a fare tappa, durante il viaggio, nella loro città distrutta e razziata dall’Isis, sede di una comunità di fede vittima di un genocidio e tuttavia intenzionata a resistere.

La vera pace è disarmata

C’è voluto il Papa, a Hiroshima, per denunciare che le spese «per fabbricare, ammodernare, mantenere e vendere armi sempre più distruttive» sono un delitto. Per invertire la tendenza occorre fondare un diritto che detti regole impegnative per tutti, un costituzionalismo mondiale e un sistema di garanzie che lo renda efficace.

Il Papa e la giustizia penale

Ricevendo i partecipanti al congresso dell’Associazione internazionale di diritto penale il Papa scende nel merito di molti istituti penalistici (dalla legittima difesa alla custodia cautelare e all’ergastolo) evocando un modello di giustizia fondato non sulla vendetta ma sul dialogo, sull’incontro, sul ripristino dei legami intaccati dal delitto.