Palestina: quel che ci dice la ragione

Di fronte all’orrore bisogna usare la ragione. Se lo si fa, si comprende che la violenza si argina solo andando alle radici della questione palestinese e favorendo soluzioni realistiche e durature. Non va in questa direzione il sostegno incondizionato dell’Occidente a Israele: la parte su cui fare pressione, più di quella palestinese (che ha una sola carta in mano), è quella israeliana (che ha tutte le restanti carte del mazzo).

Palestina: il sonno del diritto genera mostri

Il diritto internazionale non basta a risolvere le controversie tra i popoli. Ma la sua violazione le alimenta e le aggrava. Da decenni Israele, con la copertura della Comunità internazionale, ignora le risoluzioni dell’Onu che le impongono il ritiro dai territori palestinesi occupati. Ciò ha generato una spirale di violenza efferata e distruttiva da entrambe le parti e si è ritorto contro lo stesso Israele.

Israele-Hamas, riconoscere l’uomo anche nel nemico

Di fronte ai barbari atti terroristici di Hamas non ci si può fermare all’orrore. Bisogna offrire altre prospettive a coloro che sono attratti dall’estremismo, prendendo atto che questo conflitto ha una sola soluzione: sulla base della giustizia e dell’eguaglianza tra i popoli e senza forza armata e occupazione. Gli israeliani avranno sicurezza quando i palestinesi potranno provare speranza, cioè giustizia.

La scomparsa del sogno palestinese

La Palestina è da tempo in una situazione drammatica e senza vie d’uscita. Intifada popolari, diplomazia a perdere, lotta armata dalla vita breve, attacchi individuali: nulla ha scalfito il sistema di segregazione israeliano. Questi “fallimenti” hanno un responsabile: la complicità internazionale verso il colonialismo israeliano d’insediamento, un colonialismo che accomuna oggi sia il Governo di estrema destra sia le proteste israeliane contro Netanyahu.

Gaza e Cisgiordania: la prigione più grande del mondo

Dall’inizio dell’anno, nella sola Cisgiordania, 132 palestinesi sono stati uccisi in scontri con l’esercito israeliano, facendo del 2022 l’anno più sanguinoso dal 2015. È il segnale della totale assenza di prospettive di giustizia e di pacificazione nel Medio Oriente. Un coraggioso libro di Ilan Pappè spiega le ragioni dell’incapacità di qualsiasi governo di risolvere la questione palestinese.

Il riconoscimento dello Stato di Palestina è urgente

Il riconoscimento dello Stato di Palestina è possibile e urgente. È il primo passo da fare, è il segnale che la politica è tornata in campo per costruire la pace. Ancora una volta ci rivolgiamo al Presidente della Repubblica, al Parlamento, al Governo italiano chiedendo che si riconosca lo Stato di Palestina per avviare una politica di pacificazione nell’intera regione medio-orientale.

Ragionare di Palestina è impossibile, anche nel Parlamento italiano

Parlare di Palestina citando le risoluzione dell’Onu e il diritto internazionale è sempre più difficile anche in sedi istituzionali. Lo dimostra l’aggressività del presidente della Commissione esteri della Camera, on. Fassino, nei confronti della Relatrice delle Nazioni unite sui diritti umani nel territorio palestinese occupato, Francesca Albanese, in sede di audizione.

Italia-mondo: il diritto non umano

Il processo e la condanna di Mimmo Lucano sono esemplari di una situazione ormai consolidata a livello internazionale. Da tempo, ormai, il diritto non è più sinonimo di garanzia delle persone e delle democrazie, ma è protagonista di una vera e propria guerra (warfare) che garantisce l’impunità dei “pochi e privilegiati” rispetto ai “più e destinati al ruolo di vittime”.