La Sapienza: dopo le cariche, occupata la facoltà di Scienze politiche

Il 25 ottobre, in non casuale contemporaneità con la fiducia accordata dalla Camera al governo Meloni, la polizia ha disperso con ingiustificata violenza gli studenti e le studentesse della Sapienza intenti a protestare contro un’iniziativa del movimento post-fascista Azione Universitaria. La reazione è stata immediata: prima il grido “Vostro il governo, nostra la rabbia”, poi l’occupazione di Scienze politiche.

Ma l’occupazione aumenta o diminuisce?

Neppure le rilevazioni dell’Istat sull’andamento dell’occupazione sono lette in modo omogeneo. Eppure i numeri parlano chiaro. La crisi sta cambiando in peggio la struttura dell’occupazione e del mercato del lavoro: più precarietà e inattività, i giovani a spasso, le donne a casa. Una sintesi sbrigativa, ma almeno non menzognera.

Afghanistan: leggere la storia

Il dramma dell’Afghanistan non è una sorpresa. Già 10 anni fa un report del Parlamento europeo denunciava il fallimento dell’intervento nella regione. Una regione in cui, prima dei talebani e delle occupazioni russa e americana, le donne erano il 40% dei medici di Kabul, il 70% degli insegnanti, il 60% dei docenti all’università di Kabul e il 50% degli studenti universitari.

Lavorare meno è possibile (e utile)

Nel Regno Unito la riflessione sulla opportunità di ridurre l’orario di lavoro a 32 ore per quattro giorni alla settimana a parità di retribuzione è in corso. Anche per aumentare l’occupazione. In Italia, invece, si continua a pensare (a torto) che per far crescere l’occupazione si debba diminuire il costo del lavoro.

Grandi navi a Venezia: cambiare politica

MSC e Costa hanno rinunciato, per il 2020, alle crociere a Venezia. Nei prossimi mesi, dunque, non vedremo grandi navi in Laguna. È un primo successo. Ma non basta. Occorrono scelte politiche lungimiranti che salvaguardino turismo e occupazione ma estromettano le navi da Venezia e spostino fuori Laguna le attività portuali.

Con la Palestina nel cuore

Il 1° luglio è la data fissata dal Governo israeliano per l’annessione del 30% della Cisgiordania. L’operazione è in aperta violazione della legalità e del diritto internazionale, disattende le risoluzioni delle Nazioni Unite cha hanno dichiarato illegittima l’occupazione israeliana e calpesta i diritti fondamentali dei Palestinesi.