Donne di parola

“Donne di parola” è la firma, felice e opportuna, di una raccolta di cinquantanove racconti (“Le storie siamo noi”) scritti da donne nell’ambito di un gruppo di scrittura torinese. Una firma che indica una presa di parola collettiva, voce narrante di come le donne hanno trasformato il paese dal 1908 fino agli anni Settanta del secolo scorso: per conservare la memoria e per comunicarne il significato.

Gli alpini, la retorica, la guerra

La verità sulla campagna del 1942-1943 in Russia non è quella evocata nell’istituzione della Giornata della memoria e del sacrificio degli Alpini ma quella descritta in molte opere di Nuto Revelli e sintetizzata nelle parole di uno dei sopravvissuti: «È triste il ritorno dalla guerra. Contadino, mi sono trovato senza forze, senza salute, senza niente. […] Spero di non vedere mai più una guerra. Basta con la guerra».

Non arrendersi mai!

Come un secolo fa il Paese è affollato di fascisti dichiarati e di fascisti in doppiopetto. E in troppi assistono a questa deriva indifferenti o compiaciuti. Non abbiamo saputo immettere nella società, a tempo debito, i necessari anticorpi, ma non è mai troppo tardi per reagire. Per farlo dobbiamo capire ciò che siamo stati e ciò che dobbiamo essere; capire e non arrendersi: mai.

Memoranda/ La lezione dello sguardo

Il recente saggio di Gianluca Cinelli, Il paese dimenticato, si focalizza sul legame tra Nuto Revelli e la campagna povera cuneese e italiana, con i suoi vinti, la sua crisi e la sua lenta agonia legata a una gestione politica al meglio indifferente quando non scientemente cinica, mettendone in evidenza l’originalità dello sguardo.