Un anno drammatico

Il virus che non ci aspettavamo ha segnato profondamente le nostre vite nel 2020. Arriviamo alla svolta dell’anno nuovo sospesi tra un passato a cui non si può tornare, un presente oscuro e un futuro che non sappiamo immaginare. Oggi più che mai avremmo bisogno di scelte cruciali. Ma la politica non offre grandi speranze.

Morire a Nairobi

Mentre siamo tutti concentrati su di noi, sul Coronavirus e sulle nostre paure, una testimonianza dal Kenya di Gianna e Lallo, che tante volte sono stati insieme a noi, ci riporta al senso delle cose e delle proporzioni. C’è tutto: l’abbandono, la sofferenza, la malattia ma anche una voglia di riscatto che si fa strada.

Vita e morte a confronto

Siamo sospesi tra la vita e la morte. Tra un passato a cui non si può tornare, un presente terribile e un futuro che non sappiamo immaginare. E che potrà essere molto peggiore o molto migliore. Se vogliamo sopravvivere la politica deve finalmente ritrovare il suo ruolo di strumento di organizzazione della speranza.

Gradisca, nel CPR una morte annunciata

Un migrante georgiano muore dopo un pestaggio nella struttura friulana. La versione ufficiale parla di una rissa, quella “alternativa” di percosse da parte della polizia. Le indagini sono in corso. Ma una cosa è certa: aperto da poche settimane, il CPR di Gradisca sembra un carcere di massima sicurezza ed è una polveriera.

Il credo di Salvini: «Viva la muerte!»

Impedire il salvataggio in mare, come fa il decreto sicurezza bis, ha un effetto evidente: la morte, programmata e imposta come metodo di controllo dei flussi migratori. Si tratta di una vera e propria legge razziale perché esclude dal godimento dei diritti fondamentali alcune categorie di persone individuate di fatto sulla base della razza.